La Compagna Communis nata probabilmente già prima, fu a partire dal 1099 l’embrione della Repubblica di Genova.
Fu con la riforma degli Alberghi istituita nel 1528 da Andrea Doria che si ebbe i il passaggio formale dalla Compagna alla Repubblica.
E’ in occasione di tale trasformazione che Genova assume il suo glorioso e inequivocabile motto :
“Respublica superiorem non recognoscens” che tradotto dal latino significa:
“La Repubblica (di Genova) non riconosce nessuno che le sia superiore”.
Con questa categorica affermazione Genova proclama la propria inalienabile sovranità e lo fa con tutto il suo incommensurabile orgoglio che le deriva da una, già a quel tempo, plurisecolare storia.
Dal punto di vista giuridico e politico Genova enuncia così il primato del proprio Stato in quanto originario (non derivante da altro), assoluto (perché superiorem non recognoscens), esclusivo (perché indivisibile), inalienabile e imprescrittibile (in quanto di funzione pubblica, necessaria a ogni organizzazione politica).
Quando poi a inizio ‘600 le arroganti monarchie straniere oseranno, forti del loro strapotere militare e strategico, sfidare la Superba, Genova escogiterà un geniale artifizio:
l’elezione nel 1637 della Madonna a Regina della città che permetterà ai Serenissimi Collegi di sostituire nello stemma e nel titolo la corona dogale in vigore all’incirca dal 1570 (seppur il dogato esistesse già dal 1339) con quella regale.
Le statue della Vergine saranno poste sulle principali porte delle Mura Nuove recanti l’epigrafe: “Posuerunt me Custodem”.
“Hanno messo me a protezione”.
Fine di ogni discorso.
Respublica superiorem non recognoscens!
In Copertina: lo stemma di Genova recante il motto “Respublica superiorem non recognoscens”.