In Via San Lorenzo sul lato di Vico San Gottardo incastonata su un pilastro in pietra una edicola a cornice quadrangolare che contiene una Madonna con Bambino di recente fattura
In Via San Lorenzo sul lato di Vico San Gottardo incastonata su un pilastro in pietra una edicola a cornice quadrangolare che contiene una Madonna con Bambino di recente fattura. Il dipinto originale realizzato su ardesia è andato infatti purtroppo perduto.
La nuova immagine risulta comunque gradevole grazie al piacevole accostamento delle vesti rosse porpora di Gesù con quelle blu turchese della Vergine. I due protagonisti trasmettono, a mio parere, un senso di grande intimità.
La base in ardesia è sorretta da mensole in ferro battuto. Nel secolo scorso la cornice era arricchita con tralci di foglie anch’esse in ferro battuto che sono stati rubati.
Non conosco l’esistenza di questo Ilario [Sant’Ilario] dove risiedete. Mi chiedo se si tratta d’uno di quei deliziosi piccoli paesi de la riviera di Levante
“Non conosco l’esistenza di questo Ilario [Sant’Ilario] dove risiedete. Mi chiedo se si tratta d’uno di quei deliziosi piccoli paesi de la riviera di Levante. Che ricordi mi hanno lasciato i soggiorni da quelle parti e, in particolare, un certo mese d’agosto, a Nervi – nel 1887! […] Si andava da Genova a Nervi! Una leggera colazione e, subito dopo il caffè – all’acqua! Tre o quattro ore d’acqua calda, profonda, tra gli scogli giovani uomini e fanciulle. Si saliva sulle rocce e ci si rituffava nel mare, indefinitamente. Poi ci si rivestiva in una specie di grotta marina, quasi tenebrosa, ingombra di remi. Queste immagini di sole familiare, d’acqua pungente, di vita passata in seminudità, di tempi cocentemente perduti… sono rimasti dentro di me, a lungo, quali risorsa e ideale. Ahimé, ora sento di non riattraversare più queste visioni, così potenti, che tanto significavano la giovinezza. Fino a qualche anno fa non avrei mai pensato di rifiutare, che so, quel calore e quei preservati vigori”.
“La cosa importante non erano i fuochi d’artificio, ma il fatto di essere lì, quella sera in quel posto, a guardare il cielo noi due insieme
Domenica 2 dicembre 2018 Genova ha celebrato la sua simbolica rinascita, dopo le recenti disgrazie, al ritmo delle note dell’Aida di Verdi. I fuochi d’artificio incendiano con i loro potenti bagliori il Palazzo Ducale, la Sede della Regione, il Palazzo De Ferrari (residenza genovese di Napoleone, il Carlo Felice e l’Accademia Ligustica. Al centro la fontana brilla, a seconda dei colori, come un diafano diamante o un prezioso diadema colorato.
“La cosa importante non erano i fuochi d’artificio, ma il fatto di essere lì, quella sera in quel posto, a guardare il cielo noi due insieme nello stesso momento, ascoltare sottobraccio il boato dei fuochi, con lo sguardo rivolto nella stessa direzione di tutti coloro che si trovavano lì”.
(Banana Yoshimoto).
“Lei sfogliava i suoi ricordi
le sue istantanee
i suoi tabù
le sue madonne i suoi rosari
e mille mari”.
“Pure colline chiudevano d’intorno
marina e case; ulivi le vestivano
“Pure colline chiudevano d’intorno marina e case; ulivi le vestivano qua e là disseminati come greggi, o tenui come il fumo di un casale che veleggi la faccia candente del cielo”. (Eugenio Montale).
“Era già l’ora che volge il disio ai navicanti e ‘ntenerisce il core
lo dì c’ han detto ai dolci amici addio; e che lo novo peregrin d’amore
punge, se ode squilla di lontano
che paia il giorno pianger che si more;” Purgatorio, VIII, 1-6.
In Via Mascherona in fronte a Vico Alabardieri è presente una nicchia vuota della quale non si hanno notizie e non è dato sapere nemmeno quale statua, se di santi o Madonne, contenesse. Alla base è murata una palla di cannone anch’essa incerta provenienza. Secondo alcuni sarebbe un regalo del bombardamento del generale La Marmora nel 1849. Altri invece ritengono si tratti di un ordigno inglese sparato durante l’assedio del 1800.
Sicuramente scenografica la sua collocazione in cima alla salita della creuza.
Medioevo era triste, solo e dimenticato perché tutti lo avevano tacciato di essere tenebroso. Persino il Tempo si era preoccupato vedendolo così abbacchiato.
Che succede chiese “Cronos”?
“Potessi tornare indietro almeno un giorno all’epoca in cui non ero ancora stato mistificato e, alla luce del sole, regnava la grande bellezza …”
“Vieni con me – disse il Tempo – ti porto a Genova!”.
“Tu, Regina del ciel, ch’ a noi ti mostri | Umida i lumi e l’una e l’altra gota, | Fa di lagrime dono a gli occhi nostri, | Ed ambe l’urne in lor trasfondi e vota, | Perché, piangendo, a gli stellanti chiostri | Teco inalzi il pensier l’alma devota; | Parte del Tebro in su la verde riva | Il tuo santo dolor formi e descriva”. Cit. da “Lagrime di Maria Vergine” di Torquato Tasso (1544 – 1595).
La Grande Bellezza…
“Il chiostro di S. Andrea e torri di Porta Soprana”. Foto di Flavio Tedesco.