Impaziente di ammirare Zena (in arabo) “La Bella” il tramonto squarció le nubi e quando la vide lì, sdraiata come una sirena, la rivestí con i suoi infuocati riflessi di un regale manto dorato.
Genova con i suoi campanili di pietra, i palazzi di marmo e i tetti d’ardesia, arrossì vanesia!
La Grande Bellezza…
“Raramente noi siamo coscienti del vero valore di un periodo della nostra vita, finché lo viviamo, ma oggi, mentre camminavo lassù dominando Genova, scorrendo con lo sguardo lontano sulla città e sul mare, col tempo più paradisiaco che vi possa essere, rividi nitidamente davanti a me gli ultimi due anni, le loro sofferenze e il lento progresso verso il miglioramento; e intanto un raro senso di beatitudine saliva in me, m’invadeva: la beatitudine di colui che si sente guarire”.
“Come malinconico erravo altre volte per queste strade e stradicciuole, come mi sentivo estraneo a quest’umanità rumorosa e impaziente nel domandare e nel godere, come se, tra i viventi, io non fossi stato che un’ombra. Invece adesso, tra il gridio e il giubilo di questi assetati di vita, io afferro un suono, una nota che trova un’assonanza nell’anima mia”…
(Lettera ad un amico da Genova 22 gennaio 1882)
e ancora…
“Questa volta passi da Genova – un’occasione così non ci capiterà mai più per tutta la vita. Le mostrerò, come fa il diavolo, tutte le «bellezze del mondo», e senza nemmeno l’intenzione di «corromperLa»! –
(Lettera ad un’amica da Genova 3 dicembre 1882)
Friedrich Nietzsche .
La Grande Bellezza…
“Panorama dalla Spianata di Castelletto”.
“Oh covata con gli occhi dalla spianata di Castelletto, la città che lì sotto s’accavalla! un mare in burrasca pietrificato, verso cui d’ogni parte si sporge questa terrazza spazzata dal vento. Fessure vi si aprono le strade e vi si stacca qua e là il verde d’un parco, la nebbia rugginosa dell’Acquasola. Ecco il palazzo a imbuto del Municipio, la colombaia delle monache di clausura, l’occhio giallo del Carlo Felice. A momenti si specchierà nel mare che impaluda tra i docks il mazzo di lumi di San Benigno.
Quassù il caffè Spertino, gabbia di vetro che il tramonto fondeva, pare adesso di madreperla. Dentro vi affiora e risprofonda l’ascensore in un silenzio irreale. Uscendone, una donna mi sfiora. A questo balcone spalancato su Genova si potrebbe, un’ora come questa, aspettare l’Amore.
Cit. Camillo Sbarbaro
La Grande Bellezza…
“Ci sono giorni in cui la bellezza gelosa di questa città sembra svelarsi: nelle giornate terse, per esempio, di vento, quando una brezza che precede il libeccio spazza le strade schioccando come una vela tesa. Allora le case e i campanili acquistano un nitore troppo reale, dai contorni troppo netti, come una fotografia contrastata, la luce e l’ombra si scontrano con prepotenza, senza coniugarsi, disegnando scacchiere nere e bianche di chiazze d’ombra e di barbagli, di vicoli e di piazzette”.
Cit. Antonio Tabucchi.
La Grande Bellezza…
Foto di Leti Gagge.
In Via degli Orefici all’angolo con Via dei Conservatori del Mare è incastonata la settecentesca edicola di Sant’Antonio. La statua marmorea del santo poggia sulle nuvole da cui spunta la testa di un angelo. Il tempietto classico è decorato con stucchi con prevalente motivo floreale.
In Vico Sotto le Murette ci si imbatte nella settecentesca edicola della Madonna della Misericordia. La statua marmorea della Vergine rappresentata a braccia aperte è ricoverata all’interno di una profonda nicchia con la volta a forma di conchiglia. Dal moncone in basso a destra s’intuisce la presenza della figura, oggi sparita, del Beato Botta.
A sua volta la scena è incorniciata da una fastoso ed elaborato tabernacolo barocco in stucco.
A detta degli esperti l’edicola è stata oggetto di un dozzinale restauro che ha deturpato, con tagli sommari alle volute del drappeggio e con il ripristino approssimativo degli angioletti, l’opera originale.
“Considerando poi le singole parti diremo, che le radici delle Alpi corrono per una linea curva e sinuosa colla concavità rivolta all’Italia. Il centro poi di questa sinuosità è nel paese dei Salassi; e le estremità danno volta da un lato fino all’Ocra ed al fondo del golfo Adriatico, dall’altro verso la spiaggia ligustica fino a Genova, emporio dei Liguri dove i monti Appennini si congiungono colle Alpi “.
Cit. da la “Geografia” di Strabone.
Genova, con il suo inimitabile contrasto di mare azzurro e cime innevate, regala un colpo d’occhio che innamora.
La Grande Bellezza…
“Un cupo rossore infuocava le facciate marmoree dei palazzi ammassati lungo le pendici di un’arida collina il cui spoglio crinale tracciava, alto sul cielo che imbruniva, un rigo luminoso e spettrale. Il sole invernale tramontava sul golfo di Genova. Oltre la costa a oriente il cielo era come vetro scuro. Anche il mare aperto aveva un aspetto vitreo, e sulla sua superficie rossastra la luce della sera indugiava come incapace di staccarsene. Le vele di alcune feluche alla fonda apparivano rosee e allegre, immobili nell’oscurità crescente. Tutte puntavano la prua verso la Superba. All’interno del molo, che era lungo e terminava con una tozza torre rotonda, l’acqua del porto si era fatta nera”.
Cit. Joseph Conrad
La Grande Bellezza…
“Questa chiesa di Carignano sarebbe un vero capolavoro di grazia e di nobiltà accanto a Nostra Signora di Loreto (in via Lafitten a Parigi): se non sbaglio è una croce greca, con un’altissima cupola in mezzo. Per L’Italia non ha nulla di eccezionale, ma la posizione è stupenda: l’hanno costruita sopra un monticello che interrompe il general digradare di tutto l’anfiteatro di Genova verso il mare, così che la si vede dappertutto, condizione essenziale da queste parti perché una chiesa abbia successo. Bisogna che i marinai a cui la tempesta fa paura la vedano di lontano; allora fanno dei voti a quella Madonna che vedono”.
Cit. Stendhal.
Foto di Bruno Tore.
In Salita San Matteo all’angolo con Vico delle Fiascaie si trova la settecentesca edicola della Madonna dell’Immacolata Concezione.
Realizzata con stucchi policromi in classico stile barocco l’edicola in origine presentava ai lati due portalampada devozionali in ferro battuto e alcuni elementi, come ad esempio la raggiera lignea, dorati.
Il Vico delle Fiascaie trae origine secondo alcuni dall’ufficio incaricato di stabilire i prezzi dei vini situato nella vicina Salita del Fondaco, secondo altri dalla presenza in loco di una fabbrica o rivendita di fiaschi.