Storia di una Porta… e della sua gloriosa lapide…

Nel 1155 Genova, sentendosi minacciata dai propositi bellicosi di Federico Barbarossa, delibera di rinforzare e rinnovare la cinta muraria.
Uno dei due principali varchi di accesso è la Porta di S. Andrea meglio nota come Porta Soprana (l’altra è Porta di S. Fede o dei Vacca).

Dai suoi torrioni pendevano gabbie con i resti dei nemici, a monito inequivocabile per i male intenzionati.

"Porta di S. Andrea".
“Porta di S. Andrea”.
Dall’arco principale (come dalle chiese più importanti) penzolavano anche le catene di Porto Pisano, trofeo di guerra conquistato dopo aver interrato il porto della città nemica.

Guardando la colonna sinistra della Porta troverete questa strepitosa lapide che racconta, come fosse la Porta stessa a parlare:

“Nel nome di Dio Padre onnipotente, del figlio e dello Spirito santo, così sia.
 Sono difesa da mura mirabili e da genti coraggiose e per il mio valore respingo lontano i dardi nemici.
Se porti pace sarai ben accolto, se porti guerra te ne tornerai triste e vinto.
Austro ed occidente, settentrione ed oriente sanno quante battaglie ho sostenuto vittoriosa.
Sotto il consolato di Guglielmo Porco, Oberto Cancelliere, Giovanni Malocello e Guglielmo Lusio e dei consiglieri Bonvassallo De Castro, Guglielmo Stangone, Guglielmo Cicala, Nicola Roca e Oberto Recalcati”.

Storia di… un Re… di un Doge…

… un bombardamento… una guerra e un orgoglio che non ha prezzo.
Siamo nel 1684 il Re Sole, con il pretesto di un mancato saluto (ogni nave straniera che entrava nel Porto doveva, per antica consuetudine, sparare un colpo di cannone a salve, in omaggio alla Repubblica; Il Sovrano pretendeva l’esatto contrario), di un’amicizia con la Spagna (gli armatori genovesi stavano infatti allestendo un’imponente flotta per gli iberici), di un prestito non corrisposto (Il Re, per pagare le sue truppe sparse in tutta Europa, aveva bisogno delle “palanche” dei banchieri nostrani), della mancata concessione a vantaggio di Savona (città alleata dei nemici) di un deposito del sale, dà ordine alla sua flotta di centosessanta navi schierata e 756 bocche da fuoco dalla Foce alla Lanterna, di bombardare la città.

Quattro giorni di lutti e distruzione ma la Superba resiste, non si piega e ribadisce, davanti ad un’Europa terrorizzata, la propria LIBERTA’ e proclama la propria INDIPENDENZA!

Il marchese di Segnalay infatti, comandante della spedizione dà ordine a Duquesne, ammiraglio dello stuolo reale, nella notte fra il 22 e il 23 maggio di sbarcare a Sampierdarena con 3500 soldati e, come diversivo, con un piccolo contingente in Albaro.

La milizia repubblicana genovese però con l’ausilio di numerosi volontari polceveraschi, sotto la guida del Capitano Ippolito Centurione, respinge gli invasori.

I Francesi, fallito lo sbarco e terminate le munizioni, la sera del 29 maggio rientrano a Tolone.
Re Sole infuriato per l’accaduto fa rinchiudere nella Bastiglia l’ambasciatore genovese a Parigi Paolo De Marini, il quale riesce a far giungere ai Serenissimi una missiva in cui li esorta a non sottomettersi al despota francese e a non preoccuparsi per lui dato che, per l’onore e la dignità della Repubblica, sarebbe pronto alla morte.
Il diplomatico avrà salva la vita e, incaricato dal Senato, negozierà a Ratisbona la pace, sostanzialmente alle condizioni imposte dal Monarca.

L’anno seguente il Doge Francesco Imperiale Lercari invece, convocato a Versailles, dovrà dar soddisfazione al Re e ratificare il trattato di pace precedentemente pattuito.

“Quadro raffigurante il Doge genovese accolto a Versailles dal Re Sole per ratificare la pace”. Louis 14-Versailles 1685
Ma non rinuncerà al suo orgoglio di GENOVESE, quando interrogato su cosa l’avesse più colpito (il Sovrano si riferiva allo sfarzo della reggia, allo spettacolo dei giochi d’acqua delle fontane, all’opulenza dei nobili di Corte), rispose sprezzante “Mi chi”(di essere qui io).
 

FACCIAMO CENTRO

Durata: un’ora e mezza circa.

Partenza: Ponte Monumentale lato S.Vincenzo.

Itinerario:

Via XX settembre, in omaggio alla Resistenza, uno sguardo a S. Stefano, Piazza De Ferrari, Palazzo Ducale, la Torre Grimaldina, Piazza S. Matteo, Piazza delle Erbe e Canneto nel dedalo dei Caruggi.

 

 

 

MA SE GHE PENSU

Durata: due ore circa, compresi gli spostamenti con i mezzi pubblici o privati.

Partenza: Chiesa di S.Antonio a Boccadasse.

Itinerario:

Genova panoramica i suoi porticcioli Boccadasse, Chighizola e Nervi.

 

IL PORTO ANTICO

Durata: un’ora e mezza circa.

Partenza: Casa del Boia in Piazza Cavour.

Itinerario:

Casa del Boia il Porto Antico, Le Grazie, il Padre Santo, S. Marco al Molo, i Magazzini dell‘Abbondanza, Porta Siberia, La Malapaga… i moli romani, il Galeone dei Pirati.

 

PE ZENA E PE SAN ZORZO

Durata: 2 ore circa.

Partenza: Palazzo di S. Giorgio.

Itinerario:

Palazzo S. Giorgio, Sottoripa, Piazza Banchi e S. Pietro della Porta, Via Orefici, S. Maria delle Vigne, Soziglia, Via Luccoli, S. Siro, Via del Campo, Porta dei Vacca, Via Pré, S. Antonio, S. Sisto, la Commenda e le chiese di S. Giovanni inferiore e superiore.

s-giorgio
“Affresco del Tavarone su Palazzo San Giorgio”.

Percorsi di Genova

PE ZENA E PE SAN ZORZO

Itinerario di 2 ore circa tra curiosità e storia della Superba attraverso le sue meraviglie a cielo aperto.

SIANO INESPUGNABILI LE VOSTRE MURA COME LO SONO I VOSTRI CUORI

Itinerario di 2 ore circa tra curiosità e storia della Città spaziando nei secoli.

IL SACRO GRAAL

Una descrizione esterna ed interna  della Cattedrale di S. Lorenzo e relativo Museo a pagamento.

MA SE GHE PENSU

Itinerario di circa 2 ore nella Genova panoramica con i suoi caratteristici porticcioli.

FACCIAMO CENTRO

 Itinerario di un’ora e mezza circa nelle vie ed i Caruggi di Genova.

Il PORTO ANTICO

Itinerario di circa due ore tra i vecchi moli.