La Strada più bella del mondo

“Se si vuol vedere la più bella strada che esista nel mondo intero, bisogna vedere a Genova Strada Nuova. Su due linee molto prolungate e su un pavimento di porfido, numerosi palazzi fanno a gara per ricchezza, altezza, massa, ostentano i loro porticati, le loro facciate, i loro peristili brillano di stucco bianco, nero, di mille colori. Questi palazzi, dall’esterno, sono dei quadri”.
Cit. da “Lettere sull’Italia” 1785 del romanziere francese Charles Dupaty.
Foto di Leti Gagge.
La Grande Bellezza…

“La Via Aurea. La strada dei re”. Foto di Leti Gagge.

Genova non si può stupire. Stupisce!

Se avrete la pazienza di leggerlo fino in fondo comprenderete perché Genova era davvero Superba e ineguagliabile.
Possono essere utili queste note soprattutto a chi la giudica senza conoscerla.

Nel 2006 i Palazzi dei Rolli sono stati riconosciuti Patrimonio UNESCO dell’Umanità e ad ogni edizione la pubblica amministrazione in collaborazione con le Belle Arti ne apre, proprio per farne conoscere al pubblico il maggior numero possibile, sempre di nuovi. Sparsi un po’ ovunque nel centro storico, non per questo sono meno sfarzosi e affascinanti.

Al loro interno custodiscono giardini pensili, statue di marmo di pregio dei più grandi scultori, pinacoteche da museo, soffitti, volte e gallerie affrescate, arredi e ambienti sontuosi.

Scrisse in proposito il francese Jean Janin, raffinato scrittore e grande viaggiatore nel suo “En Italie” (1852) per spiegare l’orgoglio ostentato dal Doge genovese Lercari, convocato a Versailles nel 1685 da Re Sole per contrattare la pace…

“bisogna aver conosciuto Genova ed aver visitato da cima a fondo i suoi palazzi.
Infatti se i cortigiani di Luigi XIV avevano creduto di stupire il Doge di Genova con lo splendore e la magnificenza di Versailles è perchè ignoravano da quale città provenisse. Se avessero saputo che quel mercante, rappresentante di una città di mercanti, aveva anche lui il suo palazzo di Versailles e che il suo si trovava in una strada che ne era piena, non si sarebbero precipitati a chiedergli “Cosa vi stupisce di più, Monseigneur?”
E di cosa volevate che si stupisse
quell’uomo? Dei vostri palazzi di pietra?
Egli ne aveva uno in marmo! Delle vostre colonne di marmo?
Egli aveva le colonne in porfido! Delle vostre colonne in porfido?
Egli aveva le colonne tempestate in lapislazzuli.
Del vostro architetto Mansart?
Egli aveva come architetti Francesco Falcone, Andrea, suo fratello e Carlo Fontana, che aveva innalzato l’obelisco di Roma e aveva costruito scalinate più belle di quelle di Versailles.
Voi avevate delle statue di Coysevox, egli aveva statue di Puget. Lebrun era il pittore del Re, il pittore del Doge si chiamava Paolo Veronese.

Il re faceva dipingere il proprio ritratto da Mignard: il Doge faceva dipingere sua moglie, suo figlio ed il cane da Van Dyck.
Cosa quindi, pur nella magnifica Versailles, poteva stupire lui, il Doge di Genova, la
cui camera era affrescata dall’Aldobrandini, le cui tappezzerie erano disegnate dal Romanelli, che aveva al suo esercizio il Correggio, Tiziano, il Caravaggio?
Di cosa poteva stupirsi quel Re di una Repubblica che non comprava a caso i dipinti dei maestri celebri ma che, di padre in figlio, faceva venire in casa i pittori e diceva loro:
“In questo posto mi ci vuole un capolavoro” e che aveva ai suoi ordini il Tintoretto, così come suo nonno aveva avuto Albrecht Durer?
Un uomo che aveva commissionato “La Maddalena” a Paolo Veronese apposta perché coprisse un pezzo di muro della sua casa, di cosa poteva stupirsi?”
I suoi palazzi continuano invece ancora oggi a stupire migliaia di visitatori perché, come annotava nel 1896 Cechov ne “Il Gabbiano”: Genova è la città più bella del mondo”.

Nella foto una piccola ma grande testimonianza dello sfarzo e dell’opulenza genovese: la settecentesca Galleria Dorata del Palazzo di Tobia Pallavicino, noto anche come Cataldi Carrega. Oggi prestigiosa sede della Camera di Commercio di Genova in Via Garibaldi (un tempo Via Aurea) civ. n. 4″.

Ineguagliabile opera di Lorenzo De Ferrari e Diego Carlone.
Trionfo dello sfarzo e del Barocco genovese.
Grande Orgoglio e… Grande Bellezza…

Il Gozzo di Boccadasse

Si tratta probabilmente del gozzo più famoso di Genova che, da decenni (purtroppo è andato distrutto durante una violenta mareggiata nel gennaio 2023), presidia il millenario Borgo marinaro di Bocca d’asino divenuto, per incapacità dei piemontesi nel tradurne il toponimo dal genovese, Boccadasse.
Fu un lampo infatti per i carabinieri sabaudi, mentre compilavano la nuova toponomastica cittadina sotto il Regno d’Italia, tradurre Bocca d’ase in Boccadasse.“Ho sempre avuto l’idea che navigando ci siano soltanto due veri maestri, uno è il mare, e l’altro è la barca, E il cielo, state dimenticando il cielo, Si, chiaro, il cielo, I venti, Le nuvole, Il cielo, Si, il cielo”
(José Saramago).

Foto di Leti Gagge.
La Grande Bellezza…

Portale in Vico della Posta Vecchia

Città scavata nella roccia con pavimentazioni in porfido e abbondanza di portali in pietra: queste le principali caratteristiche che, di primo acchito, stupivano il visitatore foresto.
E come non meravigliarsi di fronte a questo minuzioso sovrapporta del Palazzo Spinola di Vico della Posta Vecchia n. 16?
Si tratta del cinquecentesco portale che rappresenta le Virtù degli Spinola opera attribuita a Pace Gaggini: lo stemma a forma di testa di cavallo del casato è retto da putti alati trainato sul carro della gloria, scortato da armigeri.
Tutto il perimetro risulta finemente decorato e intarsiato con fregi e figure d’ogni sorta.

“Il Portale con tutto il suo intarsiato profilo”. Foto di Leti Gagge.

“Raramente la grande bellezza e la grande virtù dimorano assieme”.
(Francesco Petrarca)

A Genova succede…

La Barca

Furibonda la mareggiata scatenata dopo la lite. La barca titubante ma fiduciosa osservava il mare nella speranza che presto si sarebbe placato.
Non avevano tempo da perdere, entrambi dovevano riprendere il loro viaggio verso l’infinito.
“Conosco delle barche
che restano nel porto per paura
che le correnti le trascinino via con troppa violenza.
Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
per non aver mai rischiato una vela fuori.
Conosco delle barche che si dimenticano di partire
hanno paura del mare a furia di invecchiare
e le onde non le hanno mai portate altrove,
il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare”.
(Jacques Brel)

Foto di autore a me ignoto fornitami da Sabrina Barani.
La Grande Bellezza…

Vico dietro al Coro di San Luca

In Vico dietro al Coro di San Luca scene di vita quotidiana che sembrano tratte da un trompe l’oeil:
nella parte destra dello scatto quel che resta di un’edicola in stucco a tempietto contenente, un tempo, un dipinto protetto da una grata.
Rimane solo l’inferriata perché sia l’immagine sacra con cornice che il relativo cartiglio sono stati asportati e sottratti. A sinistra un singolare telaio di bicicletta di colore verde appeso sopra il caruggio.
Sullo sfondo la Torre di San Luca con i suoi secolari blocchi in bugnato. Al centro, mentre la sagoma di un tizio si confonde nella penombra, una signora armeggia con il suo trolley. In partenza o di ritorno da un viaggio? Se lo domanda anche la procace graziosa che la osserva incuriosita.

Foto di Leti Gagge.
La Grande Bellezza..

Portale di San Giorgio In Via Prè…

Al civ. 68 di Via Prè si trova un quattrocentesco portale di San Giorgio che uccide il drago in pietra nera.

Si tratta di una rappresentazione molto particolare poiché il Santo è rivolto verso la destra di chi guarda quindi al contrario rispetto alla classica raffigurazione. Ai lati due armigeri con scudi a testa di cavallo e il rilievo di orgogliosi Grifoni rampanti. Dietro all’immancabile principessa in ginocchio il Castello sullo sfondo.
Più Genova di così si muore… Grifoni e San Giorgio… a ricordarci che in questo palazzo ha dimorato un capitano che con coraggio ha difeso il vessillo della Repubblica. Solo ad essi infatti era concesso adornare le proprie abitazioni con le effigie del Santo.

Piazza e Chiesa di Banchi…

“L’unica chiesa al mondo costruita con i proventi delle attività commerciali sottostanti. Al centro della piazza una mattonella annerita indica il punto dove venne arsa viva la “Cagna Corsa” la donna ritenuta essere una strega…

In Piazza Banchi si trova e la chiesa di San Pietro, l‘unica al mondo costruita con i proventi delle attività commerciali sottostanti. Al centro della piazza una mattonella annerita indica il punto dove venne arsa viva la “Cagna Corsa” la donna ritenuta essere una strega. Sulle scale dell’edificio religioso venne assassinato, per questioni di vendette d’amore, il celebre musicista Stradella e negli scantinati, oggi occupati da una banca, si ode ancora il lamento di un bimbo della famiglia Lomellini morto durante un incendio. E poi gli angeli dell’altare scolpiti senza veli per far dispetto alla Curia e un misterioso Cristo senza mani. Ma soprattutto qui è nato il termine bancarotta.
Queste sono solo alcune delle curiosità di questo luogo ricco di storia.

“Ero li a Banchi… Ero lì che mi prendevo i miei raggi..” Cit. Gilberto Govi (Maneggi per maritare una figlia commedia di N. Bacigalupo del 1880).

La Grande Bellezza…

“Piazza Banchi”. Foto di Luigi Serio.

La Grande Bellezza

 

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Partimmo in Mille

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..."cari fratelli dell'altra sponda cantammo in coro giù sulla terra amammo in cento l'identica donna partimmo ...
Poggio Bachernia

Poggio Bachernia

Percorrendo la Circonvallazione a Monte da Corso Magenta si accede in un luogo incantato dove il tempo...
Polittico di San Lazzaro

Polittico di San Lazzaro

Questa suggestiva cinquecentesca opera d'arte conservata nel museo Diocesano di Genova era custodita...
Portofino in notturna

Portofino in notturna

Già in epoca romana Plinio il Vecchio raccontava ammirato della grande bellezza del borgo di Portofino ...
Portolano

Portolano

Rarissima e minuziosa immagine di Genova nel 1489. Dettaglio tratto dal Portolano di Albino de Canepa,...
Quando tramonta il sol

Quando tramonta il sol

Sembra il classico paesaggio esotico di una cartolina caraibica o di una baia brasiliana ed invece è ...
Quarto bagni

Quarto bagni

Gran Canaria?... no Genova Quarto Aprile 2018 La Grande Bellezza...
Quarto dei Mille

Quarto dei Mille

Miami Florida?... no grazie... Quarto dei Mille... La Grande Bellezza...
Quinto al mare

Quinto al mare

Il cielo borbotta sinistri presagi su uno scorcio che sembra un angolo agreste di un Borgo medievale....
Quinto Bagnara

Quinto Bagnara

C'è chi parcheggia le auto in doppia fila e chi... le barche. La Grande Bellezza...
S. Anna

S. Anna

Lontane e misteriose contrade anglosassoni? No un tappeto verde che conduce alla secentesca farmacia...
S. Ilario

S. Ilario

"... Fra un miserere e un'estrema unzione Il bene effimero...
Salita alla Spianata di Castelletto

Salita alla Spianata di Castelletto

Salita alla Spianata di Castelletto conduceva all'omonima zona che in epoca romana era chiamata monte...
Salita Famagosta

Salita Famagosta

Scorci incantati, con cupole fiabesche, di creuze che arrancano ansimanti verso un cielo da sempre in...
San Giacomo che sconfigge i Mori

San Giacomo che sconfigge i Mori

“San Giacomo che sconfigge i Mori" del Navone, cassa processionale settecentesca un tempo conservata n...
San Matteo in notturna

San Matteo in notturna

Chiesa e Piazza di San Matteo. L'indiscutibile fascino a lesene bianco nere della roccaforte dei D'oria....
Santa Maria Immacolata

Santa Maria Immacolata

Il suggestivo portale neo rinascimentale con annunciazione nella lunetta della Basilica di Santa Maria...
Sbirciando i Truogoli

Sbirciando i Truogoli

Sopra l'archivolto di Via Balbi 126 a/r la statua marmorea con aureola in ferro di San Giovanni Battista...
Scorci "parigini".

Scorci "parigini".

Paris?... No Gênes... La Grande Bellezza...
Scorci di Canneto

Scorci di Canneto

L'origine del toponimo rimanda alla presenza dei cannicci che costeggiavano il tragitto che degradava...
Scorcio di Piazza San Bernardo

Scorcio di Piazza San Bernardo

Anche il tempo si è preso una pausa per ammirare il magico scorcio di Piazza San Bernardo. A destra ...
Sfumature di azzurro

Sfumature di azzurro

Le varie sfumature di azzurro e celeste proprio come quelle di un acquerello mi hanno riportato...
Sottoripa imbandierata a festa

Sottoripa imbandierata a festa

Il centro commerciale coperto più antico del mondo addobbato a festa in occasione del compleanno della ...
Squarci d'azzurro

Squarci d'azzurro

Come atleti di uno sport di squadra prima della partita i palazzi di Piazza dell'Amor Perfetto sembrano...
Storie Epiche ed Allegoriche

Storie Epiche ed Allegoriche

Alzando lo sguardo fra i cornicioni a Genova capita anche di assistere a zuffe fra giganti e divinità. ...
Sui canali della Darsena

Sui canali della Darsena

No, non ci troviamo sui canali di Venezia ma in darsena, nel cuore antico del porto medievale della...
Ti porto a Genova

Ti porto a Genova

Medioevo era triste, solo e dimenticato perché tutti lo avevano tacciato di essere tenebroso. Persino ...
Torre dei Leccavela

Torre dei Leccavela

Al civ. n. 3 di Piazza Sauli si trova il cinquecentesco Palazzo Antonio Sauli. La lussuosa dimora patrizia...
Torri e Campanili

Torri e Campanili

All’inizio del 1100 Genova si presentava come una roccaforte turrita munita di sessantasei poderosi t...
Trittico di Madonna coi Santi

Trittico di Madonna coi Santi

In San Bartolomeo degli Armeni lo stupefacente splendore del Trittico del 1415 Madonna coi Santi e (nella...
Ulisse che saetta i Proci

Ulisse che saetta i Proci

Il cinquecentesco Salone Cambiaso a Palazzo Gerolamo Grimaldi, vulgo della Meridiana, affrescato da Luca...
Veduta al tempo di Napoleone

Veduta al tempo di Napoleone

Il golfo è come sempre solcato dalle navi, i monti attorno sono brulli e disabitati, la Lanterna ...
Vernazzola

Vernazzola

Capo di Santa Chiara segna il confine fra due meravigliosi borghi marinari. Da una parte la famosissima...
Vetrate colorate

Vetrate colorate

Terza scena secondo atto del Percorso iniziatico del romantico Parco di Villa Pallavicini a Pegli: Castello...
Via dei Sansone

Via dei Sansone

Da salita S. Leonardo si dipana via dei Sansone, una "creuza" nella quale il tempo sembra essersi fermato. La...
Via San Vincenzo

Via San Vincenzo

Non é uno scorcio di Trastevere ma Via San Vincenzo che curva e si arrampica verso Via XX Settembre. ...
Via XX Settembre

Via XX Settembre

Porticati a bande bianco nere in omaggio agli antichi fasti della Repubblica ed eleganti palazzi...
Via XXV Aprile

Via XXV Aprile

In primo piano un elegante lampione pronto ad illuminare i sottostanti tavolini. Sulla sinistra...
Villa "Paradiso" Saluzzo Bombrini

Villa "Paradiso" Saluzzo Bombrini

In Via Albaro si staglia Villa Saluzzo Bombrini detta per la sua stupefacente bellezza "Paradiso". Edificata...
Villa Cambiaso

Villa Cambiaso

La cinquecentesca Villa Giustiniani, meglio nota come Cambiaso, oggi sede della facoltà d'Ingegneria. ...
Villa Rosazza

Villa Rosazza

Villa Rosazza, detta dello "Scoglietto" perché un tempo si affacciava a picco sul mare. Costruita ...
Villa Serra

Villa Serra

Bucolico paesaggio lungo le valli del Reno? No Villa Serra a Comago. La Grande Bellezza...
Zena la Bella

Zena la Bella

Impaziente di ammirare Zena (in arabo) "La Bella" il tramonto squarció le nubi e quando la vide lì, s...

I Corzetti…

I corsetti o corzetti, detti curzetti o cruxetti in lingua genovese, sono una pasta tipica della cucina ligure la cui origine risale al Medioevo. Il nome deriva dall’immagine stilizzata di una piccola croce, una crocetta (“cruxetta“) appunto con la quale veniva originariamente decorato un lato di questi medaglioni (l’altro con lo stemma del casato), da qui il nome “cruxettu“. Nel levante ligure, con la parola “corzetto“ s’intende sia lo stampo di legno che la pasta così incisa.

“I Corzetti”.

Fra i corzetti se ne possono distinguere due tipologie: la prima detta alla polceverasca, che ha una tipica forma a piccolo otto la seconda, quella preparata invece nel Levante, che ha il formato di piccolo medaglione di pasta decorato in modo particolare, e per questo si definisce anche corsetto stampato. La pratica di decorare la pasta  con lo stemma della propria famiglia era in voga presso i nobili rivieraschi fin dal Rinascimento. era diffusa presso i nobili rivieraschi.

Allo scopo utilizzavano  uno stampino in legno. Il motivo di tale singolare consuetudine era da collegarsi  alla necessità del signore di turno di affermare il proprio potere sul territorio e prestigio sulla comunità.

Gli stampi di legno, sono composti da due parti: una che ha la funzione di “timbro” e l’altra di forma cilindrica con una parte incisa e concava, che serve per tagliare la pasta. I tipi di legno generalmente usati sono: pero, melo, faggio o acero.

Sia nei caruggi genovesi  che nella zona di Chiavari si trova ancora qualche artigiano in grado di fabbricare e personalizzare questi originali stampi.

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Stampi con lo stemma dei Giustiniani. Foto di Girolamo Giustiniani.

 

I corzetti invece si  possono ancora trovare confezionati a mano in alcune botteghe artigianali del centro storico genovese e dell’entroterra ligure, zone della Valpolcevera e del chiavarese in particolare o,  più facilmente, sugli scaffali dei principali supermercati, prodotti industrialmente con tradizionali macchine raviolatrici.

Si sposano bene con il sugo di carne e selvaggina o funghi, con il pesto, con la salsa di noci o con una salsina composta da burro, pinoli tritati, maggiorana o salvia.