Annunciazione in San Nicolosio

In piazzetta San Nicolosio al civ. n 9 è affisso un mirabile bassorilievo in pietra nera del XV sec.

Il rilievo raffigurante la scena dell’Annunciazione è incastonato in una elaborata cornice in marmo bianco con tre cherubini alati, aggiunta bel sec. XVII.

Il cartiglio alla base presenta le lettere E. M.

Sopra un piccolo rilievo in marmo con due cuori in mezzo a conchiglie, il trigramma di Cristo e il monogramma di Maria con una mezza luna.

Salita San Bernardino

Da tempo immemore si ha notizia della contrada del Carmine sorta in fondo alla piccola conca naturale di Vallechiara formata dal rio Fossatello che scende dalle Mura delle Chiappe al Righi lungo San Simone e Via Pertinace.

In epoca romana il quartiere era una zona collinare fuori le mura coltivata a vigne e oliveti che si sviluppava sopra il campo militare del Guastato, attuale Piazza dell’Annunziata.

Così fu anche nel medioevo fino a quando nel XIV sec venne incluso nella cinta muraria della città.

Salita San Bernardino con i resti di una costruzione medievale con grandi archi ogivali in laterizio tamponati, l’omonima Abbazia intitolata a Santa Chiara, rappresenta al meglio il fascino di quei caruggi.

Ma la vera meraviglia è costituita dalla caratteristica pavimentazione in mattoni sulla quale si cammina con il naso all’insù incantati ad ammirare l’intreccio degli archi a sesto abbassati a controspingere le facciate dei palazzi.

La Grande Bellezza…

Foto di Bruno Evrinetti.

Edicola in piazza Valoria 6r.

In piazza Valoria 6r, sul retro del palazzo Crosa Vergagni, si trova una Madonna col Bambino del sec. XVI-XVII.

Si tratta di un’edicola con tabernacolo a tempietto classico e due particolari colonne in breccia verde.

Nel timpano curvo spezzato un piedistallo vuoto e un gancio rammentano la presenza di un fastigio andato perduto. Intorno labili tracce di disegni a fresco e di una volta blu protetta da un tettuccio di ardesia.

Sotto la base due testine di cherubini e sopra altrettante portalampade in ferro battuto, oggi scomparse.

Il cartiglio recita l’epigrafe: “Mater Pieratis/ Ora Pronobis”.

Sotto ancora una piccola lapide ormai danneggiata testimonia i lavori di restauro del 1820.

Al di là del reticolo è visibile ancora il dipinto.

Nei Caruggi

Carruggi. Qui, moltitudini di bambini giocano attorno a povere p… nude, o seminude che si offrono sulla soglia dei loro bassi aperti. È una prostituzione simile al piccolo commercio delle strade. Esse si vendono semplicemente, come poco lontano si vendono castagne, fichi, enormi torte dorate, farinate di ceci. Si va nella vita complicata di questi profondi sentieri come si entrerebbe nel mare, nel fondo nero di un oceano stranamente popolato.
Sensazione da novella araba. – Odori concentrati, odori ghiacciati, droghe, formaggi, caffè abbrustoliti, cacao deliziosi finemente tostati da cui s’esala amarume… – Passanti rapidi su questi marmi raschiati dallo scalpello. – Verso le alture, le stradette si arrampicano, ornandosi di passiere di mattoni e ciottoli. – Cipressi, minuscoli duomi, frati.
Cucine fragranti. – Queste torte gigantesche, farine di ceci, mescolanze, sardine all’olio, uova sode imprigionate nella pasta, torte di spinaci, fritture. – Questa cucina è antichissima.
Genova è una cava d’ardesia.

Torte e farinate. Foto di Orlando Vanni.

Cit. Paul Valery (1871 – 1945) scrittore francese.

Madonna col Bambino, Santa Caterina da Genova e San Giovannino

Al civ. n. 15 di Vico degli Indoratori si nota un medaglione marmoreo tondo che raffigura la Madonna col Bambino, Santa Caterina da Genova e San Giovannino.

La secentesca edicola, protetta da una pesante grata di ferro, è incisa in forte rilievo e in poco spazio racconta un’articolata scena: la Vergine con il braccio destro tiene in braccio il Bambinello, con quello sinistro si appoggia alla spalla di Caterina Fieschi che inginocchiata offre il suo cuore a Gesù.

Dal drappeggio, a completare il quadretto, spunta San Giovannino in posa di preghiera.

Foto di Stefano Eloggi

Vico San Pietro della Porta

Ad angolo fra Via dei Conservatori del Mare e Vico San Pietro della Porta si staglia la settecentesca edicola della Madonna della Guardia.

Dal torrione su cui è apposta si evince come quello fosse una dei tre principali varchi di fine primo millennio.

Il caruggio di San Pietro deve infatti il suo nome alla vicinanza con la porta, oggi archivolto delle Cinque Lampadi, varco facente parte delle mura del X sec.

La Grande Bellezza…

Foto di Stefano Eloggi.

Via dei Conservatori del Mare

Nel medioevo qui avevano sede i magistrati che si occupavano di dirimere le controversie marittime, dai noleggi ai naufragi, dagli atti di pirateria, ai contratti di navigazione.

Sul muro del palazzo a mare, di fronte al civ. n.5, è infatti incastonata un’antica quanto sbrecciata lapide la cui epigrafe recita:

“Avisi per L.Ill.mo MAGISTRATO DEI CONSERVATORI DEL MARE”.

Sotto era presente una nicchia contenente una cassetta in cui imbucare messaggi, lamentele e denunce in un sistema molto simile a quello dei biglietti di Calice di Palazzo Ducale.

La Grande Bellezza…

Foto di Stefano Eloggi.

San Marcellino

Piazza e Vico San Marcellino con l’omonima chiesetta del XIII sec. e il brevissimo tratto di porticato sopraelevato in Sottoripa costituiscono una preziosa quanto rara testimonianza della ripa maris che fu.

La chiesetta era il tempio gentilizio delle potenti famiglie dei Cybo e Piccamiglio.

Il porticato di pochi metri che unisce vico San Marcellino con vico del Campo è l’ultima traccia ancora oggi visibile di quella che un tempo era chiamata Sottoripa la Scura.

La contrada era così detta per via della sua sopraelevazione e per i porticati più bassi, bui e arretrati rispetto alla ripa.

Tale porzione di Sottoripa si snodava a partire da via Ponte Calvi proseguiva fino alla torre a mare di Porta dei Vacca e con un prolungamento parallelo a via Prè raggiungeva la chiesa di San Sisto.

Nella foto si intravedono i resti della loggia del XVI sec. (che fa parte del civ. n. 6 di Ponte Calvi) con finestre a doppia arcata e superbe colonne doriche.

La Grande Bellezza…

Foto di Giuseppe Rando.