abbracciavano gli scogli, o viceversa…
quando il campanile di San Nazaro si stagliava modesto, quasi per non disturbare l’Altissimo… quando Corso Italia , la Promenade dei genovesi, era ancora da venire…
come dentro la toppa di un’enorme serratura, si apriva una Porta con dentro il suo mondo… il magico mondo di Porta di Santa Fede.
Tram e animali da soma si giocavano la precedenza… quando il mare era lì a due passi… ora a ridisegnare il tutto ci ha pensato il “Matitone”…
di Porta Soprana, la salita di S. Andrea conduceva all’omonimo carcere… quando, ai prigionieri, non bastava l’orologio a muro… per contare le ore.
di condominio si costituivano presso i lavatoi…
quando Via Gramsci si chiamava ancora Via Carlo Alberto…
quando i Reali avevano un Ponte coperto tutto loro per raggiungere l’imbarco, lontano da occhi indiscreti…
Matteotti non era ancora stato orrendamente assassinato…
quando la Piazza era intitolata a Umberto primo ma, in ogni caso, il Campanile di San Lorenzo e la Torre Grimaldina erano lì, imperturbabili, al loro posto….
arrivavano dai moli del Porto direttamente al mercato ortofrutticolo di Corso Sardegna…
non c’era ancora il mercato… quando il bucato steso era la cifra della vitalità di un rione… quando le pietre per rifare il selciato le trasportavano i carri… quando le bestie si dissetavano all’arbio… il tutto, comunque e sempre, sotto lo sguardo benevolo di San Simone Stock…
c’era il mercato… quando le besagnine portavano i loro ortaggi e le signore della Genova bene, a piedi, in carrozza o tram, calavano dalle alture per fare acquisti…. già da tempo i Balestrieri della Repubblica avevano lasciato spazio agli affreschi del Piola….
quando da poco tempo Piazza San Domenico aveva, intitolata al Marchese benefattore, cambiato nome…
quando, come ogni piazza che si rispetti De Ferrari aveva il suo mercato… ma non la coreografica fontana….