Capo di Santa Chiara segna il confine fra due meravigliosi borghi marinari. Da una parte la famosissima Boccadasse celebrata da scrittori e cantautori, dall’altra la meno nota, ma non per questo meno affascinante, Vernazzola.
L’origine del nome di questo suggestivo borgo di uomini di mare si deve al sottostante omonimo rio, oggi completamente ricoperto.
Le case color pastello dei pescatori, le società sportive di canottaggio e pesca, i gozzi ricoverati a secco sulla spiaggia affollata di bagnanti, rendono ancora oggi il borgo assai vivace e vissuto.
Anticamente la partenza da qui della creuza per Bavari caratterizzava Vernazzola come un luogo aperto verso il mare, di transito e di passaggio.
Inoltre per fornire assistenza ai viandanti vi era anche un monastero di frati Domenicani.
Anche Capo di Santa Chiara, il cui nome rimanda alla presenza di un piccolo convento di agostiniane scalze, un tempo era noto come Capo di Vernazzola e costituiva propaggine naturale – appunto – di Vernazzola.
Le intitolazioni delle creuze che dal capo si diramano in direzione di Vernazzola furono scelte dal sindaco di San Francesco d’Albaro quando nel 1874 Sturla venne annessa amministrativamente a Genova.
I nomi di tali caruggi: Argonauti, Tritone, Giasone, Icaro, Urania rivendicano, attingendo alla mitologia classica, l’inequivocabile vocazione del borgo.
La Grande Bellezza…
In copertina: il borgo di Vernazzola. Foto di Stefano Eloggi.