lasciava incustodita la sua Edicola… rapita dalle note del Diavolo…
quando l’ignoranza e il malaffare non si erano ancora palesati in maniera così sfrontata… ma anch’essi, in silenzio, ascoltavano i “Capricci” di Niccolò…
quartieri ricchi di vita e storia… erano rimasti solo cumuli di macerie….
quando i responsabili di tale scempio… avevano offeso e ripudiato la loro stessa Madre… dal 1981 in Vico dei Tre Re Magi, a perenne ricordo, la Colonna Infame… a testimoni Sant’Agostino e Giano Bifronte.
cantava il Poeta: “Spesso gli sbirri e i carabinieri al proprio dovere vengono meno, ma non quando sono in alta uniforme e l’accompagnarono al primo treno… “riferendosi a Bocca di Rosa e proseguiva rimando: “ed arrivarono quattro gendarmi con i pennacchi e con le armi” … stavolta , almeno due militari hanno sbagliato stazione la passeggiata e il panorama sopra le Mura di Santa Chiara meritavano una distrazione…
Cartolina tratta dalla Collezione di Stefano Finauri.
potevi trovare di tutto… oggetti provenienti da ogni dove… in particolare dai bagagli di marinai e marines… nella piccola piazzetta davanti al porto… c’era veramente di tutto… proprio come a Zena…
si chiamava ancora Carlo Alberto… quando Torre Morchi non aveva dovuto ancora assistere sgomenta e impotente alla costruzione dell’orrendo palazzone sul fronte mare… quando non era difficile intuire perché la strada intitolata al Re sabaudo era nominata “la Carrettiera”… quando in mezzo alla via circolavano cavalli, muli e asini… rispetto ad oggi non è cambiato molto… solo agli asini quadrupedi si sono sostituiti quelli a due o quattro ruote….
… del paesino di S. Ilario, tutti s’accorsero con uno sguardo che non si trattava di un missionario…..
persino il Parroco che non disprezza, fra un miserere e un’estrema unzione, il bene effimero della bellezza, la vuole accanto in processione e con la Vergine in prima fila e Bocca di Rosa poco lontano, si porta a spasso per il Paese, l’amore sacro e l’amore profano.”… (Cit da Bocca di Rosa di Fabrizio De André)
e, là in fondo sdraiato, l’ineguagliabile Promontorio di Portofino, a giusta corona….
Cartolina tratta dalla Collezione di Stefano Finauri.
…. “lungo le calate dei vecchi moli, in quell’aria carica di sale, gonfia di odori, lì ci troverai i ladri, gli assassini e il tipo strano, quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano.
Se tu penserai, se giudicherai da buon borghese li condannerai a cinquemila anni più le spese, ma se capirai, se li cercherai fino in fondo, se non sono gigli son pur sempre figli, vittime di questo mondo”.
c’era la Porta di San Bartolomeo… uno dei varchi minori aperti fra il 1626 e il 1639 durante l’erezione delle Mura Nuove… era dotata di un ingegnoso ponte levatoio e doveva il suo nome alla vicinanza con l’omonima chiesa degli Armeni, intitolata appunto all’apostolo Bartolomeo (la chiesa che custodisce il “Sacro Mandillo”).
Oggi la Porta sconosciuta ai più, raggiungibile da una stradina fra il castello e Via Cabella, giace tristemente dimenticata, in uno stato di incuria latente, confusa con un anonimo sottopasso.
“La Porta così com’è oggi, sembra un anonimo tunnel abbandonato.”
fin dall’epoca romana, l’origine dell’etimo rimandava al mirto (murtin in genovese) che su questa collina cresceva spontaneo… quando Murta era orgogliosa di aver dato i natali a Giovanni, secondo Doge della Repubblica… quando alcuni suoi figli si distinsero contro i Pisani alla Meloria e, come sulle principali chiese genovesi, ne appesero le catene del porto, a mò di trofeo sulla loro…
“Chiesa di San Martino Monumento ai caduti”.
quando, in seguito all’insurrezione del 1746, i polceveraschi cacciarono gli austriaci dalla valle… quando lo Schulemberg, generale delle aquile bicipiti occupò Villa Clorinda, attendendo invano di riprendersi Genova… quando il parroco del paese mise al sicuro dal saccheggio foresto la Pala di San Martino opera del Van Dick… quando la comunità, prima in Liguria a farlo, volle omaggiare, con apposito monumento, i propri caduti durante la prima guerra mondiale… la collina di Murta, a partire dall’800 è stata, come testimoniano le sue numerose ed eleganti dimore, meta di villeggiatura estiva… oggi, tra una mostra della zucca e l’altra, è una apprezzata e ricercata zona residenziale immersa in un bucolico contesto…
Cartolina di copertina tratta dalla collezione di Stefano Finauri.