… sappia che Genova si vede solo dal mare”… (cit. “Chi guarda Genova” di Ivano Fossatie Fabrizio De André) con il suo porto per commerciare, le sue mura per difendersi, i suoi forti per proteggersi, le sue piazze per giocare, i suoi balconi per stendere, i suoi parchi per passeggiare… e i suoi monti…. per amarsi…
Foto tratta dal libro “Saluti e Baci” di Vito Elio Petrucci.
abbracciavano gli scogli, o viceversa…
quando il campanile di San Nazaro si stagliava modesto, quasi per non disturbare l’Altissimo… quando Corso Italia , la Promenade dei genovesi, era ancora da venire…
come dentro la toppa di un’enorme serratura, si apriva una Porta con dentro il suo mondo… il magico mondo di Porta di Santa Fede.
Tram e animali da soma si giocavano la precedenza… quando il mare era lì a due passi… ora a ridisegnare il tutto ci ha pensato il “Matitone”…
di Porta Soprana, la salita di S. Andrea conduceva all’omonimo carcere… quando, ai prigionieri, non bastava l’orologio a muro… per contare le ore.
di condominio si costituivano presso i lavatoi…
quando Via Gramsci si chiamava ancora Via Carlo Alberto…
quando i Reali avevano un Ponte coperto tutto loro per raggiungere l’imbarco, lontano da occhi indiscreti…
Matteotti non era ancora stato orrendamente assassinato…
quando la Piazza era intitolata a Umberto primo ma, in ogni caso, il Campanile di San Lorenzo e la Torre Grimaldina erano lì, imperturbabili, al loro posto….
arrivavano dai moli del Porto direttamente al mercato ortofrutticolo di Corso Sardegna…