… Quando in Via Madre di Dio…

… le lenzuola stese parevano vele in mare aperto e, da dietro, curioso…. sbirciava il Ponte.

14+via+Madre+di+Dio+1978+omaggio+Secolo+XIX

Il Ponte ora non sbircia più, è rimasto solo, basito e sgomento….. terminati i lavori…. aleggia la desolazione di silos, parcheggi, giardini e palazzi anonimi e senza vita. La speculazione ha trionfato ma le sue costruzioni, a distanza di soli quarant’anni, saranno punite dal giudice più severo, il tempo… mentre sotto, a ragion veduta, il rivo Torbido continua, ancora oggi, a mugugnare. Sia imperitura vergogna della Commissione Astengo istituita dal Sindaco Pertusio che l’ha decisa, del Cardinale Siri che l’ha approvata e benedetta e degli architetti Dasso, Bruzzone e Aulenti che l’hanno progettata e attuata.

 

 

 

 

 

Quando fino a fine ‘800…

le Mura delle Grazie e della Marina segnavano il confine fra la città e il mare.
Erette nel dodicesimo secolo furono più volte risistemate fino a trovare la definitiva configurazione nel 1630, all’interno delle Mura Nuove.
Quando venne edificato il tratto della Marina con l’omonima Porta posta in corrispondenza dello sbocco a mare del Rio Torbido.
Con la costruzione della Circonvallazione a mare le Mura persero la loro funzione di baluardo per ridursi a semplice muraglia di contenimento per la stradina che la costeggia.
Al centro del seno di Giano, davanti ai due grandi archi ancora oggi visibili, lo scoglio Campana, fonte di ispirazione di innamorati e poeti come Domenico Monleone che, nel 1928, compose la celebre lirica ” A- o Scheuggio Campann-a”.
Sepolto dal cemento lo scoglio, accompagnato dal mare, intesse il suo lamentoso canto.

… Quando alla Foce …

convivevano l’antico e il moderno… I pescatori, come per secoli i loro avi, ritiravano reti colme di acciughe e sardine, pronte per essere consegnate ai carretti che le mogli portavano in giro per le vie di Genova…

quando il Bisagno concludeva, senza vergogna, il suo viaggio in mare…

“Il tiro alla fune…. esercizio ginnico necessario per sbrogliare le reti

quando al posto del vecchio Lazzaretto, lamiera su lamiera le gru dei Cantieri Odero, costruivano le navi, orgoglio della Superba, in giro per il mondo….

 

… Quando al posto del millenario…

Ospitale di San Teodoro la Via alla Lanterna, da poco, si chiamava Via Milano….. e la sua Terrazza che sovrastava i Magazzini Generali, era meta delle passeggiate del dì di festa….
terrazze milano
“La terrazza, progettata anch’essa nel 1836 dal Gardella, venne demolita negli anni negli anni ’30 del ‘900 per i lavori di ampliamento della Via.” Cartolina tratta dal libro “Saluti e Baci” di Vito Elio Petruccci.

 

… Quando in Galleria Mazzini…

le persone si incontravano, le dame passeggiavano, gli artisti sognavano e gli intellettuali discutevano…
quando il tempo scorreva lento senza l’ansia di rincorrere se stesso… caffè, negozi, birrerie, ristoranti e librerie… sotto grandi vetrate… e, dall’alto, mentre le statue di Giano presenziavano discrete, i Grifoni, appollaiati sui lampioni di ferro battuto, osservavano impassibili…

… Quando in Carignano…

le due anime, quella antica e nobile e quella moderna e borghese, coesistevano senza darsi fastidio…
Hanno vinto i marmi cinquecenteschi lustro dei Sauli… San Giacomo non c’è più, da tempo ha seguito i cipressi nell’abbandono ed lasciato spazio alla Circonvallazione a mare…

Si stagliava a picco sullo scogliera dove oggi sorge il Poggio della Giovine Italia. Nella seconda metà dell’800, nei suoi sotterranei venivano gettati i corpi dei giustiziati per impiccagione presso la sottostante Cava. Per questo era nota anche come “la parrocchia degli impiccati”. Nel 1905 la secolare chiesa venne demolita e i resti umani dei condannati trasferiti al cimitero di Staglieno.

“La Parrocchia di San Giacomo fu fondata nel 1154 da Ansaldo Spinola come chiesa gentilizia della nobile famiglia”.  Cartolina tratta dal libro “Saluti e Baci” di Vito Elio Petrucci.

La Basilica, dall’alto delle sue cupole, domina solitaria e triste il colle…

 

 

In oltre un secolo…

funicolare 2
“Il bucolico tragitto che costeggia brani delle secentesche mura”.

non è cambiato granché… la cremagliera della Funicolare Principe Granarolo adempie con solerzia al proprio compito… risparmiando agli umani disumane fatiche…
si arrampica verso un cielo da sempre in salita…

grana
“Più o meno un secolo dopo il cambiamento è un dettaglio, forse è in ritardo, stanco di salire…”