In Via San Vincenzo 53 sul muro esterno di quella che un tempo era la Chiesa di Santo Spirito al Bisagno si può ammirare una settecentesca edicola di Madonna col Bambino.
Le statue della Vergine e di Gesù Bambino sono protette da un vetro e sovrastate da un elaborato tettuccio in ferro battuto. In alto spuntano teste di cherubini. Ai piedi della Madonna è incisa l’epigrafe:
“Ex Munifica Pietate”.
Il cartiglio sotto la mensola recita invece:
“Reddita Sanitate / Redditae / Gratiae MDCCXXX.
Il caruggio che conduceva al banco di pegno anticamente era contornato di piante ornamentali. Per questo motivo nel Medioevo Via al Monte di Pietà era conosciuta come “Caroggio del Gelsomino”.
La zona è quasi stata interamente distrutta dai bombardamenti del 1942 – 43 e, quindi, cementificata nel dopoguerra.
Qui all’angolo con Via Chiossone è rimasta miracolosamente intatta una Madonna della Misericordia del XVII – XVIII sec.
La piccola edicola, dotata di porta lume in ferro battuto, si fa notare per l’evidente sproporzione fra la figura della Vergine e quella del Beato Botta, ritratto invece piccolissimo ai piedi.
Il tabernacolo in stucco sotto il basamento è decorato con disegni floreali e, sopra, protetto da un tettuccio in ardesia.
In Via San Giorgio 2 colpisce l’emozionante Pietà rappresentata all’interno di un piccolo medaglione tondo marmoreo.
Il pronunciato rilievo datato XVII – XVIII sec. ritrae la Vergine che abbraccia il Cristo Morto.
Dell’edicola al civ. n. 22 di Via Ravecca rimane, in una piccola nicchia ad arco tondo, solo il basamento dove poggiava la statua.
Al posto della scultura originale andata persa è stata posta una piccola moderna statuetta in ceramica della madonna Regina.
In Via Ravecca all’altezza del civ. n. 3 è possibile notare una minuscola nicchia priva di cornice con tettuccio in stucco e base in ardesia al cui interno è ricoverata una Madonna col Bambinello anch’essa in stucco.
Sul trave del portalino l’epigrafe: “Visitavit et Fecit”.
All’angolo fra Via Prè e Vico Marinelle si nota l’appariscente edicola della Madonna della Misericordia.
Il piccolo tempio realizzato nel 1816 in stile barocchetto genovese rappresenta la classica scena, all’interno di una nicchia in stucco a forma di grotta, dell’apparizione della Vergine al Beato Botta.
Tutto intorno spuntano putti e cherubini alati. In cima la crociera con lo Spirito Santo irradia i suoi salvifici raggi.
Purtroppo, nonostante il restauro di qualche lustro fa, l’edicola versa in condizioni critiche e necessiterebbe di nuovo intervento.
La statua della Madonna Immacolata in Salita del prione 26 ricoverata all’interno di un elegante tempietto di stile classico si segnala per la ricchezza della sua simbologia religiosa:
Nel timpano spezzato, fra nuvole e cherubini, è raffigurato il Padre Eterno mentre allarga le braccia ad indicare la sottostante statua della Vergine.
La Madonna invece con le mani giunte in preghiera poggia su un nembo di fiumi da cui spunta la testa animale del demonio mentre due angioletti svolazzanti sorreggono la corona della Regina della Città.
Sorveglia il tutto un cherubino che regge il cartiglio con l’epigrafe:
“Fons Vivvs” / Pvteis Esto.
L’edicola è autentica ma la statua esposta è un calco dell’originale custodita presso il Museo di Sant’Agostino.
Il toponimo di Vico delle Vele sito nell’antico quartiere del Molo rimanda al luogo dove avevano sede i laboratori degli artigiani velai.
Qui, accanto alle scalette che conducono al caruggio, si trova una piccola e moderna edicola di scarso valore artistico.
Il piccolo tempio è privo di decori e abbellito solo da due colorati mazzolini di fiori. La statua è protetta da una grata a riccioli.
Interessante tuttavia è l’epigrafe incisa sul cartiglio che ne ricorda sia la distruzione che la ricostruzione:
” Aedam Hano Bellico / Furore Deletam / Clerus Popolusque / S. Marci / Reposuerunt”
In data 1 Nov. (…) Anno Sancto. L’anno risulta non leggibile.
E sotto. sopra un rilievo marmoreo , si legge ancora:
“Mater Misericordiae / Protege Nos / A. D. MDCCCLXXV (1875) – MCMVII (1908).
Anticamente Via delle Grazie conduceva all’omonimo santuario teatro delle preghiere dedicate a marinai e naviganti.
Al civ. 48r del caruggio sul cinquecentesco portale in pietra nera di Promontorio risalta un bassorilievo del XVII sec.
Il fastigio in pietra e marmo sul quale è ritratta la commovente Pietà risulta purtroppo male intonacato e trascurato.
Il toponimo di Canneto il Lungo trae origine dai cannicci che costeggiavano il fossato che dal colle di S. Andrea degradava fino al mare.
Quello di Via Chiabrera – invece – dal nome del celebre poeta savonese Gabriello vissuto a cavallo tra cinque e seicento. (1552 – 1638).
All’angolo tra i due caruggi, si trova un’edicola votiva, abbastanza recente e di modesta fattura.
All’interno di una lineare cornice marmorea decorata con due semplici teste di cherubini è infatti conservato un dipinto della Madonna della Misericordia.
La Vergine è ritratta nella classica rappresentazione del mantello aperto pronta ad accogliere e proteggere tutti i fedeli inginocchiati davanti a lei.