Quest’immagine è per me assai gratificante perché credo, in tanti anni che mi aggiro fra i caruggi, di non aver mai vista la piazza così vuota e soprattutto sgombra dalla spazzatura.
In passato infatti proprio sotto il tabernacolo vuoto dell’edicola erano posti cassonetti straboccanti di rumenta.
Nel 1810 l’edificio religioso venne tramutato in biblioteca delle Missioni Urbane i cui volumi superstiti, dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, sono ora custoditi presso la biblioteca Franzoniana.
Vico Boccanegra fa parte di quella rete di colorati e vivaci caruggi che collegano via Garibaldi con la Maddalena.
Il nome del vicolo omaggia Simone Boccanegra, eletto nel 1339 primo doge di Genova, che qui ebbe I natali.
Proprio nel tratto iniziale della strada lato via Garibaldi davanti a palazzo Tursi sul lato a ponente di palazzo Rosso, si trova un’imponente e monumentale edicola del XVIII sec. che io, in onore del Boccanegra, ho arbitrariamente battezzato l’Edicola del Doge.
In Copertina: Vico Boccanegra. Foto di Giorgio Corallo.
Al civ. n. 116r sul palazzo che un tempo fungeva da dogana si trova la grande edicola barocca di “San Giovanni Battista”.
Sul timpano spezzato il Padre Eterno benedice i passanti con la mano destra mentre con la sinistra regge un mappamondo.
San Giovanni è invece raffigurato nell’atto di preghiera con ai piedi l’agnello di Dio. Quando nel palazzo si sviluppò un indomabile incendio vennero portate qui dalla cattedrale le ceneri del santo e le fiamme d’incanto si spensero. Ritenuta pertanto miracolosa questa grande edicola a tempietto è divenuta nei secoli oggetto di grande devozione.
Alla sua base l’epigrafe: “Nostra Tutela Salve”.
In Copertina: L’Edicola di San Giovanni in Soziglia.
Al civ. n. 10 Piazza di Soziglia ci s’imbatte nell’edicola della “Mater Salutis” un medaglione del 1854 posto a ricordo dell’epidemia di colera che colpì in quell’anno la città ma che risparmiò miracolosamente gli abitanti del palazzo su cui è affissa.
Scolpita dal Cevasco si tratta dell’ultima edicola sicuramente datata innalzata nel centro storico.
Recita così l’epigrafe:
“Il Signore e gli Abitatori di Questa Casa / Cui Parve Grazia dell’Augusta Vergine Salutifera / Il Non Aver Compianto Persona / Tocca Tra Queste Pareti dall’Indica Lue / Con Dispendio Comune il 31 Dic. 1854 / Qui Ne Allogarono La Cara Effige / Condotta da Gio. Batta Cevasco Valente Scultore / Perché Duri Memoria di Tanto Beneficio”.
Via di Soziglia ha il compito di raccordare l’omonima piazza con la vicina area dei Macelli che, vista l’abbondante necessità di acqua, vennero per questa ragione qui collocati nel 1152.
Da qui l’origine del nome Soziglia ovvero Suzeia o Suxilia che tradotto dal latino medievale significa “isola dei maiali”.
Per dare sfogo alle attività dei Macelli a fine “500, in seguito ad una ristrutturazione urbanistica, nacque poi la piazza.
Al centro della stessa vi era un imponente barchile, impreziosito da una sirena, realizzato da Taddeo Carlone.
Dopo lunghe vicissitudini la sirena, ritenuta ingombrante, venne sostituita nel 1726 dalle statue della Fuga da Troia, opera di Francesco Baratta e la fontana trasferita nel 1870 nella sua sede attuale in Piazza Bandiera.
In Piazza delle Erbe sul fronte del palazzo al civ. n. 6r che ospita il celebre Bar Berto si trova un’edicola del XIX secolo raffigurante la Madonna col Bambinello e San Domenico.
All’interno di una cornice rettangolare in stucco con decorazioni e motivi geometrici policromi è collocato un dipinto di autore ignoto.
Il Santo è in ginocchio in atto di adorazione mentre alcuni angeli sorvolano la Vergine e il Bambinello.
Alla base della cornice in rilievo un cherubino alato.
Si tratta infatti di una votiva di Madonna col Bambino realizzata nel 1622.
All’interno del medaglione ovale in stucco dorato era conservato un dipinto su tavola purtroppo oggi scomparso.
Rimane sotto la tettoia in pietra uno scenografico decoro a drappeggio in uno splendido azzurro con teste di cherubini alati, riccioli e motivi floreali. Sotto la mensa spicca un cherubino ad ali spiegate.
In Copertina: La Madonna di fronte al civ. n. 5 di Scurreria la Vecchia. Foto di Giovanni Caciagli.