Oggi la Porta sconosciuta ai più, raggiungibile da una stradina fra il castello e Via Cabella, giace tristemente dimenticata, in uno stato di incuria latente, confusa con un anonimo sottopasso.
Quando nel marzo 1906 il Colonnello Cody scese a capo della sua variegata spedizione alla stazione ferroviaria di Terralba, cinque treni speciali, circa cinquanta vagoni, cinquecento cinquanta cavalli, di cui cinquanta Mustang selvaggi e oltre ottocento figuranti…
quando per tre giorni il circo di Buffalo Bill entusiasmò i genovesi che, a causa del tutto esaurito, per assistere allo spettacolo, si assieparono lungo le Mura di Santa Chiara; giochi equestri, gare di abilità, prove di destrezza e scenografiche rappresentazioni, come la rievocazione dello sterminio di Little Big Horn del settimo Cavalleria del Generale Custer…
quando… nel 1992 Faber
rinunciò a salire sul palco a fianco di Bob Dylan e alla visibilità di un tale evento preferì il rispetto per i Nativi… “fu un generale di vent’anni, occhi turchini e giacca uguale…” (Cit. da Fiume Sand Creek) cantava il Poeta e Genova comprese che non era più il tempo dei circhi….
… “Genova. Io mi sono guardato questa città, con le sue ville, i suoi parchi e l’ampio circondario delle sue colline e dei suoi declivi, tutti abitati, per un bel po’; debbo infine dire che vedo volti di stirpi passate, ché questa regione è disseminata di immagini di uomini arditi e sicuri di sé. Hanno vissuto e voluto continuare a vivere: me lo dicono con le loro case, costruite e abbellite per i secoli, e non per l’ora fugace; amavano la vita, per quanto spesso potessero essere malvagi con sè stessi”…
… “Là voglio essere io: e confido in me, d’or innanzi, e nel mio timone. Aperto è il mare: nel suo cupo azzurro si spinge la mia prora genovese. Tutto sempre più nuovo mi diventa. Alle mie spalle è Genova. Coraggio! Se la mia nave guidi, Carissima Victoria!
Così… Nietzsche scriveva nel 1888 ai suoi familiari a proposito del suo soggiorno genovese.
Il filosofo tedesco capitò e abitò spesso in città dimorando sempre in luoghi diversi; pensioni nel centro storico o umili stanze in Via Palestro prima e, in Salita delle Battistine, poi.
“Nel Nord -prosegue- a chi osservi l’architettura delle città si impongono la legge e un desiderio generalizzato di legalità e di obbedienza: vi si indovina quella interiore tendenza a conformarsi e a equipararsi che doveva prevalere nell’anima di tutti i costruttori. Qui invece [a Genova], dietro ogni angolo, trovi una persona a sé, che conosce il mare, l’avventura e l’Oriente, un uomo poco incline alla legge e al vicino, che gli giungono noiosi, e misura con sguardo invidioso tutto ciò che è antico e già fondato: egli vorrebbe, con uno scaltro prodigio della sua fantasia, rifondare tutto ciò almeno nel pensiero, mettervi la sua mano e la sua sensibilità – fosse anche per un istante di un soleggiato pomeriggio in cui la sua anima malinconica e insaziabile avverte, per una volta, sazietà, e al suo occhio possono presentarsi soltanto cose proprie e non più estranee”.
Ma Friedrich non disdegnava nemmeno il bel clima della Riviera crogiolandosi al sole della Ruta, di Santa Margherita e di Rapallo, tutte località da questi frequentate e vissute.
Durante il soggiorno nella nostra regione compose, oltre a numerose poesie ispirate da Genova, anche alcune delle sue principali opere che avrebbero influenzato il pensiero occidentale quali: “La Gaia Scienza”, “Gli idilli messinesi”, “Così parlò Zarathustra” e “Aurora”.
“Felice e superbo” sono gli aggettivi che più sovente il Tedesco associa al suo nuovo “sentire”, percepisce Colombo, Paganini e Mazzini come tre superuomini da cui trarre esempio ed energia…
E poi il clima, il sole, il mare… le caratteristiche peculiari del Sud espresse in una città del Nord, sconvolgente per un tedesco!
… anche nel pensiero del più influente filosofo… Genova.