… ciò che ho visto di più bello è Genova.
Ti consiglio di andarci un giorno o l’altro.
Dopo aver visitato i suoi palazzi si ha un tale disprezzo per il lusso moderno che vien voglia di abitare in una scuderia e di vestirsi da operai.”
Lettera ad un amico di Gustave Flaubert immalinconito nella sua nuova residenza milanese.
a chi non poteva muoversi da bordo, il cadraio al riparo sotto la sua tendina, serviva una fumante scodella di minestrone genovese…
quando il Porto brulicava di navi da ogni angolo del mondo e questo antico mestiere non era ancora scomparso…
lasciava incustodita la sua Edicola… rapita dalle note del Diavolo…
quando l’ignoranza e il malaffare non si erano ancora palesati in maniera così sfrontata… ma anch’essi, in silenzio, ascoltavano i “Capricci” di Niccolò…
quartieri ricchi di vita e storia… erano rimasti solo cumuli di macerie….
quando i responsabili di tale scempio… avevano offeso e ripudiato la loro stessa Madre… dal 1981 in Vico dei Tre Re Magi, a perenne ricordo, la Colonna Infame… a testimoni Sant’Agostino e Giano Bifronte.
potevi trovare di tutto… oggetti provenienti da ogni dove… in particolare dai bagagli di marinai e marines… nella piccola piazzetta davanti al porto… c’era veramente di tutto… proprio come a Zena…
si chiamava ancora Carlo Alberto… quando Torre Morchi non aveva dovuto ancora assistere sgomenta e impotente alla costruzione dell’orrendo palazzone sul fronte mare… quando non era difficile intuire perché la strada intitolata al Re sabaudo era nominata “la Carrettiera”… quando in mezzo alla via circolavano cavalli, muli e asini… rispetto ad oggi non è cambiato molto… solo agli asini quadrupedi si sono sostituiti quelli a due o quattro ruote….