Via e Piazza di Soziglia

Via di Soziglia ha il compito di raccordare l’omonima piazza con la vicina area dei Macelli che, vista l’abbondante necessità di acqua, vennero per questa ragione qui collocati nel 1152.

A quel tempo infatti Via Luccoli e via dei Macelli erano due rivi che scendevano dalla zona delle Fontane Marose.

Da qui l’origine del nome Soziglia ovvero Suzeia o Suxilia che tradotto dal latino medievale significa “isola dei maiali”.

Per dare sfogo alle attività dei Macelli a fine “500, in seguito ad una ristrutturazione urbanistica, nacque poi la piazza.

Al centro della stessa vi era un imponente barchile, impreziosito da una sirena, realizzato da Taddeo Carlone.

Piazza di Soziglia. Foto di Giovanni Cogorno

Dopo lunghe vicissitudini la sirena, ritenuta ingombrante, venne sostituita nel 1726 dalle statue della Fuga da Troia, opera di Francesco Baratta e la fontana trasferita nel 1870 nella sua sede attuale in Piazza Bandiera.

Nella piazza di Soziglia innumerevoli sono i punti di interesse: dalla confetteria Romanengo al civ.74r., la più antica del mondo fondata nel 1780, frequentata da Einstein, alla pasticceria Klainguti al civ. 98r. amata da Verdi; dall’edicola votiva al civ. n. 10 della Mater Salutis, a quella, sul palazzo della Dogana, di San Giovanni Battista.

In Copertina: Via e Piazza di Soziglia. Foto di Leti Gagge.

Vico Cicala

Tra via di Sottoripa e piazza S. Pancrazio si trova vico Cicala.

L’origine del toponimo del vico deriva dal nome dell’omonima famiglia a cui in passato venivano erroneamente attribuite delle proprietà nella zona.

La schiatta dei Cicala che si stabilì in Liguria proveniente dalla Germania nel 942, formava il VII Albergo.

Avventurosa è l’origine leggendaria del casato che si fa risalire ad un tal Pompeo.

Si narra infatti che durante un combattimento fra genovesi e pisani, un soldato di Ventimiglia, Pompeo, udì il canto di alcune cicale; ottenuta la vittoria costui avrebbe decorato il suo scudo con sette cicale, ridotte poi a cinque dai discendenti.  Nel 1432, per le sue vittorie contro i Tartari, fu concesso a G.B. Cicala di sostituire le cicale del suo stemma con un aquila bianca.

Fra i numerosi illustri membri della casata meritano menzione: Guglielmo che figura fra i Capitani che portarono a Genova le ceneri di Giovanni Battista;  Lanfranco, gentiluomo saggio, giudice e cavaliere, grande amatore e poeta.; Andrea, eletto  gran giustiziere nel regno di Napoli per volere di Federico II;  Zoaglio Battista governatore della Corsica e doge e Carlo, vescovo di Albenga e partecipante al concilio di Trento.

A titolo di cronaca va ricordato anche Scipione Cicala, protagonista del brano Sinan Capudan Pascià di De Andrè che, imprigionato dai turchi, ne divenne condottiero e corsaro fino ad ottenere il massimo degli onori possibili per un infedele, ovvero il titolo di Pascià.

Nella piazzetta si possono ammirare:

Il palazzo Cicala che fu fatto edificare da Nicolò Cicala nel 1542.

Sul palazzo un sovrapporta pietra con fregio sec.XVI mentre la volta dell’atrio è sorretta da lunette poggianti su peducci in pietra.

Sull’archivolto che conduce in Sottoripa ecco un Agnus Dei XVI in pietra.

Al civ. n.1 sovrapporta con due angeli che reggono una ghirlanda con trigramma di Cristo. Al civ. n. 5 un medaglione ovale vuoto che conteneva un dipinto oggi scomparso.

L’osteria di Vico Cicala.

Al civ. n. 3 si trova Albergo Veronese al n. 5r Osteria sopra il mare e a civ. n. 27 l’Osteria Cicala, forse l’ultima autentica osteria del centro storico. Arredata in legno con tovaglie a quadretti sui tavoli e i tradizionali gotti (bicchieri) di vetro spesso per la mescita del vino.

In Copertina: Vico Cicala. Foto di Stefano Eloggi.

Via al Ponte Reale

Sotto il selciato scorre ancora il torrente chiamato Riale di Soziglia da cui il nome del caruggio.

Tale torrente raccoglieva le acque del Rio Bachernia e delle Fontane Marose.

Il toponimo deriva dal ponte che attraversava il corso d’acqua nei pressi di palazzo San Giorgio.

Nel tempo per storpiatura dialettale il Rio (rià) si è trasformato in reale creando confusione con il successivo ponte Reale, il passaggio coperto dei Savoia (poi abbattuto per far spazio alla Sopraelevata), nell’odierna via Gramsci.

In Copertina: Via al Ponte Reale. Foto di Giovanni Cogorno.

Edicola con Madonna e San Domenico

In Piazza delle Erbe sul fronte del palazzo al civ. n. 6r che ospita il celebre Bar Berto si trova un’edicola del XIX secolo raffigurante la Madonna col Bambinello e San Domenico.

All’interno di una cornice rettangolare in stucco con decorazioni e motivi geometrici policromi è collocato un dipinto di autore ignoto.

Il Santo è in ginocchio in atto di adorazione mentre alcuni angeli sorvolano la Vergine e il Bambinello.

Alla base della cornice in rilievo un cherubino alato.

Vico Carmagnola

Da Via XV Aprile si stacca il piccolo caruggio di vico Carmagnola che conduce a vico e piazza dei Garibaldi.

Il vicolo trae origine dall’omonima famiglia proveniente da Carmagnola in Piemonte attorno al 1450.

Con la riforma degli Alberghi del 1528 i Carmagnola confluirono nei Di Negro e annoverarono fra le loro file diversi funzionari e Senatori.

In primo piano la scaletta che porta in via XXV Aprile. Sullo sfondo si intravede il superbo portale in pietra nera del palazzo Giovanni Garibaldi.

In Copertina: Vico Carmagnola. Foto di Ombretta Napoleone.

Edicola in Scurreria la Vecchia di fronte civ. n. 5

Di fronte al civ. n. 5 di Scurreria la Vecchia in corrispondenza del muro di contenimento del Chiostro dei Canonici di San Lorenzo è collocata una preziosa edicola secentesca.

Si tratta infatti di una votiva di Madonna col Bambino realizzata nel 1622.

All’interno del medaglione ovale in stucco dorato era conservato un dipinto su tavola purtroppo oggi scomparso.

Rimane sotto la tettoia in pietra uno scenografico decoro a drappeggio in uno splendido azzurro con teste di cherubini alati, riccioli e motivi floreali. Sotto la mensa spicca un cherubino ad ali spiegate.

In Copertina: La Madonna di fronte al civ. n. 5 di Scurreria la Vecchia. Foto di Giovanni Caciagli.

Vico Saturno

Nella zona della Maddalena Vico Saturno collega vico Griffoni con via al Ponte Calvi e Piazza del Fossatello.

L’origine del toponimo è ignota. Di certo nulla ha a che fare nè con il nome del dio romano dell’agricoltura Saturno, a suo volta omologo del greco Kronos, né con quello del pianeta che da questi deriva.

Probabilmente in questo caso Saturno, vista la tetra conformazione del vicolo, rimanda invece al significato in lingua genovese di cupo, malinconico, tenebroso.

In Copertina: Vico Saturno. Foto di Giovanni Cogorno.