Storia di un amore mendace…

… di un testimone altolocato, anzi… forse due..
In quel tempo un giovane gentiluomo faceva la corte ad una bella damigella.
Le sue intenzioni non erano serie, voleva solo godere delle sue grazie e, per questo, non mancò di ingannarla.
Nella pubblica piazza, sotto un Crocifisso, il giovane promise alla fanciulla che l’avrebbe sposata e così ottenne in anticipo quanto anelato.
Il Nobile si rifiutò di mantenere fede alla promessa fatta e venne quindi dalla damigella denunciato.
Non avendo ella testimoni dell’accaduto, il Giudice si era convinto di rigettarne la querela, quando questa si ricordò che i giuramenti erano stati fatti alla presenza del crocifisso.
Implorò che lo prendessero a testimone della verità e che fosse ascoltato dai giudici.
Il crocifisso, ovviamente, non rispose alle domande ma abbassò la testa in segno affermativo alle rimostranze della ragazza.
Per l’inesperto Don Giovanni non ci fu scampo, i giudici proclamarono le nozze per il giorno stesso e, forse, i novelli sposi vissero felici e contenti.
Il Crocifisso ligneo della leggenda si trova oggi vicino all’altare maggiore della Chiesa di S. Maria in Castello.

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“Il Cristo Moro nella versione barocca”.

Nel ‘600 venne addobbato con decorazioni barocche e dotato di barba e capelli veri.
Nel 1974, in occasione di un restauro, la Sovrintendenza si è accorta che, sotto quegli orpelli, si nascondeva un Cristo Moro, databile al tempo della prima crociata, quindi ben più antico rispetto all’epoca fino ad allora creduta, il ‘600.
Probabilmente questo Crocifisso, in origine rivestito di argento e portato dai genovesi nel 1095 era custodito in una cappelletta sottostante il limitrofo complesso di San Silvestro. Ne è stata realizzata una fedele copia riaddobbata come nel ‘600 e custodita nella teca di una cappella poco distante dall’originale.

In questo modo ognuno, in particolare le donzelle in cerca di marito, può venerare il crocifisso che più gli aggrada.

All’interno della vicina chiesa oggi scomparsa di Santa Croce, fulcro della comunità lucchese in città, era invece venerato un simulacro di un altro crocifisso legato al culto del “Volto Santo”,  tanto caro ai toscani, oggi conservato nella cattedrale di San Martino di Lucca.

Link utili:

Santa Maria di Castello

2 pensieri riguardo “Storia di un amore mendace…”

  1. Finalmente una storia che conoscevo in quanto raccontataci da Franco Risso quando abbiamo visitato Santa Maria di castello. Comunque complimenti fa sempre piacere leggere questi racconti.

  2. Non so se sia verità o leggenda, comunque il racconto e’ affascinante. Non ho mai visto quel Crocifisso ma mi riprometto di farlo.

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