benefattori nostrani… di tre ospedali… anzi quattro… di due palazzi… un museo… tre moli… di duecentododici appartamenti…
Già il marchese Raffaele De Ferrari, Duca di Galliera e Principe di Lucedio si era distinto per aver fondato le case operaie (tre casermoni in Via Venezia e Lagaccio, duocentododici appartamenti in tutto), per aver dato impulso all’Accademia Ligustica di belle arti e, soprattutto, per aver contribuito in maniera determinante (20 milioni di lire, una cifra impronunciabile per l’epoca) alle opere di ammodernamento del porto, resesi necessarie per rimanere competitivi (fra le altre i moli Galliera, Giano e Lucedio).
Così la moglie, la Duchessa Maria Brignole Sale, rimasta vedova nel 1876, non volle essere da meno donando alla città la dimora di sua proprietà il celebre Palazzo Rosso e lasciando in eredità anche il Palazzo Bianco, al fine di costituire l’embrione del polo museale di Strada Nuova, oggi Via Garibaldi.
La nobildonna finanziò anche la costruzione dell’ospedale San Raffaele di Coronata, quello di San Filippo (intitolato al terzogenito) presso San Bartolomeo degli Armeni e infine il S. Andrea (in nome del secondogenito scomparso prematuramente) sorto sul preesistente monastero delle Clarisse, presso le Mura di Santa Chiara, a tutti noto come il Galliera.
I lavori iniziati nel 1878 terminarono giusto in tempo, dieci anni dopo, prima della scomparsa della Duchessa.
Gli ospedali di San Filippo e S. Andrea comunemente identificati con il nome generico di Galliera, costituiscono ancora oggi il secondo ricovero cittadino.
Ma le opere della nobildonna non si fermarono qui perché a Meudon, vicino Parigi, istituì un orfanotrofio e un dormitorio per anziani, tuttora perfettamente attivi.
I palazzi parigini della Casata sono tra i più prestigiosi che si possano ammirare: le Palais Galliera ospita il Museo della moda mentre l’Hôtel Matignon è la sede del primo ministro francese.
Per questo Genova ha dedicato a questi due straordinari benefattori ospedali, musei, statue e moli, oltre che dal 1877, la principale Piazza cittadina.
La collocazione della statua merita una scelta adeguata al prestigio che il De Ferrari ha saputo conquistare nei confronti della città.Proporrei,se possibile ,un punto del viale Brigata Bisagno o Brigate Partigiane,lungo quel percorso fiorito che il Comune si è proposto di realizzare una voltabterminati i lavori di copertura del torrente.
Lì c’è già il monumento al Navigatore. In porto sul mare, magari vicino alla Torre piloti, sarebbe stata la soluzione, per me, migliore. Una sorta di Statua della Libertà nostrana.