A testimonianza dei molteplici rapporti con il mondo musulmano molti palazzi genovesi presentano rivestimenti di stile moresco.
Gli azulejos, dall’arabo “al zulaycha” che letteralmente significa “piccole pietre policrome”, sono piastrelle caratterizzate da motivi geometrici in rilievo, di origine orientale.
Giunsero a Genova nel’400 importati da Spagna e Portogallo.
In voga presso le principali famiglie genovesi gli azulejos mutarono i loro disegni lineari in motivi floreali e in composizioni figurative composte da più piastrelle.
Si incominciò anche a produrli anche in loco e vennero chiamati, dall’arabo “zullaygiun”, laggioni.
Passati di moda, vennero distrutti, intonacati o dimenticati.
Qualcosa però si è salvato e si possono ancora ammirare, ad esempio, nella sala del Capitano del Popolo, nel Palazzo di S.Giorgio, nella Cappella Botto in S. Maria di Castello, nella dimora di A. Doria in S. Matteo, nel Museo di S. Agostino e nel Palazzo Di Negro in Piazza della Lepre.
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Peccato che siano state distrutte,dovevano essere molto belli i vani rustici decorati con quelle piastrelle.
Al mio Nonno materno piacevano così tanto gli azulejos che ornò la sua tomba con immagini di azulejos.
Sono visibili anche nel battistero della chiesa della Cella di Genova Sampierdarena.