Imbucato il budello di Canneto il Lungo all’altezza del civ. n. 23 s’incontrano la Torre e il Palazzo dei Maruffo Fieschi. Due pezzi di Medioevo difficilmente, per via dello stretto caruggio, individuabili. I resti di quest’imponente edificio si estendono anche sul lato di Vico Valoria.
I Fieschi, conti di Lavagna, erano una delle più nobili e antiche famiglie genovesi il cui prestigio e potere affondava le sue radici al tempo in cui Genova era ancora legata alle ripartizioni imperiali. I Maruffo invece, di origine spezzina, avevano importanti possedimenti a Sestri Levante. Dopo il 1100 si trasferirono nel ponente genovese (Voltri, Rivarolo, Coronata) e si distinsero nelle guerre contro Pisa e Venezia. In virtù del prestigio conquistato, acquisirono proprietà anche nel centro storico. Ne sono testimonianza l’omonima piazzetta (dietro la chiesa di San Giorgio) il palazzo in Canneto e, soprattutto, la poderosa torre eretta nel XIII sec. Persino l’Archivolto Baliano che comunica con Piazza Matteotti, un tempo era chiamato dei Maruffi.
Al piano strada si nota una finestra chiusa da un’inferriata in ferro battuto proprio sul basamento in pietra dell’antica torre alta ben 40 metri. Due arcate ogivali tamponate e un grande pilastro ad angolo delimitano quella che un tempo era una loggia aperta. Sopra di essa sono presenti fregi e archetti in pietra e laterizio. Il primo piano nobile è in laterizio con archi di pietra bicroma, ormai tamponati. Verso l’angolo spunta una colonnina marmorea. Anche verso la torre al secondo piano risalta una colonnina mezza intonacata con un accenno di arco con cordonatura.
La Torre dei Maruffo rappresenta una metafora della città; se vuoi scoprirla, devi alzare lo sguardo. Se non la cerchi non la trovi.
Ieri ho alzato lo sguardo e l’ ho vista. È proprio vero che a Genova bisogna camminare guardando in su. In canneto passo spessissimo, ma solo ieri ho notato quanti sono i i portino che recano un fregio: indice che lì abitava un capitano o comunque una persona che si era distinta per meriti verso la nostra Repubblica?
Esatto… Simboli religiosi e allegorici erano distintivi di un certo lignaggio sociale ed economico, quelli militari (San Giorgio) di prestigio militare. In proposito ne ho parlato nel post “Storia di un gonfalone invincibile”.
Fate un lavoro splendido. Destate la curiosità, e poi viene una nuova ammirazione per la storia e per questa città. Questo vostro impegno fa in modo che la bruttura non l’abbia vinta fino in fondo. Grazie molte.
Luigi… che dire… Grazie! hai colto lo spirito con cui racconto la mia Genova (sono da solo) nella speranza di trasmettere un po’ di sano orgoglio. La Grande Bellezza.
Leggo sempre con vivo interesse i vostri scritti ,che mi aiutano a conoscere meglio la mia amatissima città
Grazie Fulvia, continua a seguirmi
E’ possibile prenotare una visita alla torre?
Ciao Carlo, torre Maruffo è una dimora privata.