leggenda di una maschera… con un dolce finale.
In Vico dietro il coro delle vigne, nei pressi dell’omonima chiesa, aveva sede sul finire del ‘600 un’osteria che, nel 1702 si trasformò in un teatro molto popolare.
Spesso offriva spettacoli di girovaghi scatenando, per questioni di moralità, la repressione delle autorità cittadine: “si permettono gesti, motti, atteggiamenti ed anche abbracciamenti che non sono degni di una nazione civile e gentile”.
Spesso offriva spettacoli di girovaghi scatenando, per questioni di moralità, la repressione delle autorità cittadine: “si permettono gesti, motti, atteggiamenti ed anche abbracciamenti che non sono degni di una nazione civile e gentile”.
Ad inizio ‘800 vi si esibì la Compagnia di burattini Sales Bellone famosa per le gesta del vivace contadino piemontese Gerolamo, personaggio da loro creato.
Essendo Girolamo anche il nome del Doge dell’epoca (Durazzo) la polizia impose, per scongiurare imbarazzi, il mutamento del nome in “Giuanin d’la douja”(Giovanni della Foglietta) che, nel tempo, si trasformò in Gianduja.
Così nacque la più famosa maschera piemontese e, più tardi, l’accostamento al celebre cioccolatino.
In Copertina: immagine di Gianduja maschera piemontese (Asti, Torino). Tratta dal sito castellalfero.net
Non conoscevo l’origine della maschera piemontese. Grazie
La maschera e’ piemontese ma in realtà è nata a Genova.Che i piemontesi lo sappiano. Riconosciamo invece che hanno creato un cioccolatino che è una vera delizia.
Grazie Vittorio, proprio pochi giorni fa passando ho rivisto il nome del caruggio con l’indicazione del Teatro, ho per l’ennesima volta ripercorso la stradina e “credo” di avere individuato dove, forse, esisteva ma non sapevo la storia del Gianduja, ciao