galee… scoperte geografiche… cartografi.
Genova e il mare sono un binomio inscindibile non c’è mare senza Genova e viceversa.
Nel libro Genesi, il quarto giorno Dio crea il mare e dice a Genova: “prendilo è tuo”.
Naturalmente sto scherzando ma il mare per Genova significa commercio, sostentamento, campo di battaglia, scoperta, scalo portuale, vita!
I genovesi ereditano dai greci e dai romani la vocazione marittima per farne un’arte di millenaria tradizione.
Nel ‘200 i fratelli Vivaldi anticipano con il loro “folle volo” dantesco le rotte di Colombo.
Antonio da Noli scoprirà Capo Verde, Lanzarotto di Maloccello, le Canarie (da qui Lanzarote), altri esploratori e marinai, per conto dei portoghesi, le Azzorre.
Quando il mondo é svelato Colombo, per azzardo e caso, ne scopre un altro.
I cartografi genovesi (vedi Museo navale di Pegli e il Galata) rappresentano geograficamente e politicamente i nuovi mondi, come nessun altro.
Nel ‘500 la flotta di galee più numerosa è quella veneziana, poi segue quella turca, terza la genovese ma prima per qualità costruttiva.
Se quelle degli altri durano in media dodici anni, quelle genovesi diciotto.
I nostri Maestri d’ascia, come i tecnici della formula uno oggi, erano assoldati dalle potenze straniere per trasferirvi il loro sapere.
Si diceva: “… per essere un vero marinaio devi aver navigato sulle navi di S. Giorgio”.
Galee genovesi ROSSE, su un mare BLU (che bei colori… ritornano sempre).
Scoperto il nuovo mondo costruiscono navi più grandi, idonee a trasportare ori e argenti e merci sconosciute, adatte a superare le onde e i venti dell’Atlantico, le Caracche antenate dei galeoni.
“L’oro nasce in America, cresce in Spagna, muore a Genova”…. recitava un vecchio adagio spagnolo.
Riproduzione in scala 1:1 di galea genovese del seicento. Foto tratta dal Galata Museo del Mare.
In copertina: Progetto per la poppa di una nave di Domenico Piola. Foto del Prof. Emiliano Beri.