Una volta erano costruite con due semplici elementi: un telaio di legno e un lenzuolo bianco, che catturava e rifletteva la luce che filtrava tra i palazzi. Più tardi si sono evolute e sono diventati pannelli di lamiera, che funzionavano come uno specchio e favorivano meglio l’illuminazione delle stanze.
Un geniale tipo di serramento rivestito di lamiera lucida al suo interno e scura all’esterno, utilizzato dai genovesi per strappare un po’ di sole e calore fra gli angusti tetti dei caruggi. Serviva infatti per catturare la luce dall’alto del vicolo verso l’interno della stanza. Alla sera i pannelli venivano ritirati verso la finestra fungendo, inoltre, da protezione.
Quei pannelli, protesi in fuori sono le mampae, termine che deriva dallo spagnolo “mampara” e che significa paravento, all’interno sono foderate in lamiera in modo da agevolare il riflesso della luce.
Le mampae costituiscono tenace testimonianza della capacità di adattamento e dell’ingegnosità dei nostri avi. Un oggetto pratico e funzionale di cui ormai non se ne trova quasi più traccia. Le ultime sono in Piazza degli Embriaci, in Via Mascherona e presso i Macelli di Soziglia.
Nel 1992 Renzo Piano ha voluto omaggiare questo singolare arredo riproponendolo in chiave moderna nell’edificio dell’Expo che da Via della Mercanzia si affaccia su Piazza del Mandraccio.
Più recenti e diffuse anche ai giorni nostri sono invece le persiane, le rudimentali tapparelle a listarelle, simili a stuoie dette, in genovese, “giöxîe” (gelosie), quel particolare tipo d’imposta atta a proteggere dalla luce e dal calore senza impedire la circolazione dell’aria. Come la maggiorana l’erba aromatica, nella nostra lingua, si dice “persa” perché proveniente da quelle terre lontane, allo stesso modo il termine persiana, deriva dal francese “persienne”, (relativo alla Persia) perché originario di quegli stessi luoghi.
Mampae e “giöxîe” anche nel modo di procurarsi o proteggersi dalla luce, i Genovesi hanno saputo trasmettere i segni distintivi del proprio carattere… “Ahi Genovesi uomini diversi…. “ verseggiava Dante.