Il glorioso gonfalone della Repubblica simbolo millenario della città veniva, dopo solenne cerimonia e processione, consegnato dal Doge (Podestà, Consoli o Capitano del Popolo a seconda della forma di governo in vigore al momento) al comandante della galea madre prima di ogni impresa militare.
Il corteo partiva da Palazzo Ducale, attraversava San Lorenzo, proseguiva a San Giorgio e terminava in Darsena dove il Capitano (se al comando di cinque navi) o l’Ammiraglio (se le navi erano almeno dieci) ricevevano al grido di “Pe Zena e pe San Zorzo”, con l’impegno che fosse difeso e onorato ad ogni costo, il sacro vessillo.
Nonostante le sconfitte a volte subite, lo stendardo è sempre tornato a casa sano e salvo e veniva custodito e riposto nell’omonima chiesa.
Ironia della sorte furono proprio i Genovesi a fine ‘700, invasati dalle nuove idee rivoluzionarie giacobine, a distruggerlo insieme ad altri preziosi simboli della Repubblica marinara e dell’oligarchia militare e mercantile della città. Di lì a poco Napoleone avrebbe mostrato il suo vero tirannico volto e i Genovesi avrebbero a lungo rimpianto il loro santo guerriero protettore.
Oggi se ne può ammirare fedele copia come sfondo delle riunioni comunali o come prezioso testimone ad importanti celebrazioni cittadine.
I genovesi che distruggono il gonfalone e altri simboli della Repubblica marinare sono una vera delusione ,io li ho sempre pensati fieri di tutto quello che riguardava la loro città.
I venti della Rivoluzione francese avevano illuso anche i Genovesi che si potesse virare verso una rotta democratica.
Nella follia del momento distrussero le statue di Giove Andrea Doria nell’atrio di palazzo Ducale,bruciarono il vessillo e il secolare Libro d’oro della Nobiltà.
Nelle piazze eressero alberi della Libertà inneggianti alla Francia rinnovatrice e a Napoleone non sapendo che, di lì a poco, sarebbero divenuti i nuovi padroni… Ancor più indigesti perché foresti…. lo spirito battagliero di San Giorgio rianimera’i cuori dei Genovesi di nuovo nel 1849 quando si opporranno eroicamente al nuovo invasore,i Savoia.
Bellissime le tue storie, complimenti. Per caso sai perché il gonfalone ha cinque code? Il primo disegnato dal Caffaro ne aveva prima due, poi tre. Grazie.
Mi ricordo che ne avevamo già parlato senza trovare una risposta plausibile. Avevo chiesto parere di Emiliano Beri il quale, a sua volta, avrebbe chiesto ad un amico esperto sull’argomento… Ma poi non ho più avuto notizie…
Jacopo da Varagine parla di tre… L’ultimo ne aveva cinque e per Caffaro due… Potrebbe essere, la butto lì, senza alcuna prova, che ogni coda simboleggi un secolo?
Grazie mi piace la Nostra Storia e in effetti i Genovesi nel passato hanno fatto degli errori, di cui mi auguro NON facciamo ora.Ogni Regione ha la Sua Storia e ogni Cittadino deve conoscere quanto i nostri AVI hanno fatto e trarre i migliori
metodi per continuare a far ESISTERE LA NOSTRA ITALIA,BELLA COME POETI E CANTORI HANNO DESCRITTO E AI NOSTRI FIGLI NIPOTI INSEGNARE TUTTO DEVONO SAPERE PER MIGLIORARE ED EVITARE ERRORI. Grazie saluti a tutti.
Bel sito, complimenti!
Ho letto che Napoleone rimproverò coloro che avevano distrutto le statue dei Doria, dicendo che, per la loro epoca erano i legittimi governanti. I Genovesi furono più napoleonici di Napoleone stesso !!!
Napoleone era un cultore della figura di Andrea D’Oria, come del resto lo fu, nel secolo successivo Hitler, e condannò pesantemente chi aveva osato distruggere statue e simboli.
Gira che ti rigira, abbiamo sempre dovuto distruggere. Per poi pentircerne.
In che anno è stato rifatto l’attuale gonfalone?
Grazie.
Ciao Luciano, alla tua domanda non so rispondere con precisione. Immagino, ma non ne sono certo, sia della prima metà del’800.