Il Ponte S. Agata è stato costruito in tempi lontanissimi (prima del 1100) per agevolare il tragitto dell’antica via romana tra Genova e Luni e in seguito ha svolto la funzione di collegamento fra le ville di Terralba e quelle di Albaro. Il ponte è stato silente, coraggioso, ma impotente testimone di innumerevoli alluvioni, non ultima quella del 1970 rimasta tragicamente negli annali.
Un’antica leggenda che ci riporta al 5 febbraio del 1693 lo definisce come il “Ponte dei Misteri”.
Era il giorno della Fiera di Sant’Agata, mercato che si svolge tradizionalmente anche ai giorni nostri.
Un gruppo di sei novizie Carmelitane si era recato al mercato per acquistare anatroccoli, alberi da frutto e tutto ciò che necessitava per il convento quando si presentò loro davanti una minacciosa banda di biechi personaggi provenienti dal vicino colle di San Martino. Le monache terrorizzate fuggirono verso il ponte e si gettarono nel letto del fiume Bisagno il cui alveo risultava ancora in parte insabbiato dal terreno alluvionato.
I brutti ceffi, in preda alla lussuria, si tuffarono in acqua cercando di concupire le ragazze ma fallirono il loro malvagio proposito perché al posto delle fanciulle trovarono sei statue di donna di marmo bianco.
C’ero passato sopra pochi attimi, prima che cedesse,,, come nel ponte Morandi passando sotto,,,,, qualcuno lassù mi ha salvato
Me lo ricordo benissimo, mio zio era venuto a prendere mio fratello e me da scuola, l’acqua era già sul ponte. Passati poco dopo é crollato il ponte, penso che questo ricordo mi accompagni fino alla morte.