Tutti conoscono i Menhir e i Dolmen di Carnac in Francia e di Stonehenge in Inghilterra, pochi sanno però che nell’alta Valle Sturla, lungo la strada provinciale in direzione Borzonasca si trova il più grande ed importante reperto megalitico d’Europa e, forse, del mondo. Infatti se i primi risalgono nell’era neolitica, al terzo o secondo millennio prima di Cristo, quello di Borzone, probabilmente, addirittura a 12000 anni prima del Salvatore, in pieno Paleolitico.
Proprio in località Borzone, più precisamente Rocche di Borzone, frazione di Borzonasca si staglia sulle alture il “Volto megalitico di Borzone”: una gigantesca scultura rupestre alta sette metri e larga quattro raffigurante un volto umano, secondo alcuni maschile, secondo altri femminile. Un’immagine primordiale di un Dio antropomorfo, o di una dea frutto di una società matriarcale?
Svariate sono le ipotesi ma quel che è certo è che sia opera dell’ingegno dell’Homo Sapiens Sapiens. Il nostro più vicino progenitore ha così impresso e immortalato se stesso nella roccia.
Il singolare sito venne scoperto nel 1965 da Giuliani, assessore del comune di Borzonasca, che si trovava in zona per un sopralluogo relativo alla costruzione della strada. Alzando gli occhi scoprì casualmente il misterioso volto nascosto dalla fitta vegetazione circostante.
Gli abitanti del luogo non si scomposero più di tanto sostenendo, in base a racconti tramandati nel corso dei secoli, che “Il Volto di Cristo” così familiarmente chiamato, fosse stato scolpito in tempi remoti dai monaci della vicina Abbazia di Borzonasca. Secondo un’antica tradizione infatti, una volta l’anno, tutti i valligiani vi si riunivano davanti, in compagnia dei frati, in preghiera. A conferma di questa suggestiva tesi la presenza di alcune piccole teste litiche su diverse abitazioni della zona.
La particolare fattura del manufatto ha però rivelato che “il Volto di Borzone” apparteneva non alla storia, bensì alla preistoria, essendo di diversi millenni anteriore rispetto a quanto affermasse la leggenda consolidata.
In base ad alcuni rilievi sul posto effettuate da esperti, le sculture megalitiche, collegate fra di loro nello stesso blocco di pietra sarebbero addirittura, osservando attentamente, due.
La questione rimane dibattuta, oggetto di studi e perizie da parte dei dotti della materia.
Studiosi appassionati o semplici curiosi turisti se ci si vuole quindi immergere nella preistoria e spingersi a ritroso agli albori del genere umano, non necessariamente bisogna partire alla volta di Spagna, Gran Bretagna o Francia, basta fare un salto nel nostro affascinante e misterioso entroterra.
Non solo non l’ho mai visto ma non ne avevo mai sentito parlare. Questa volta non ci parli di storia ma di preistoria della nostra regione. Sei veramente uno studioso e un ricercatore fantastico.
E’ proprio così basta andare nel nostro entroterra
Comunque una bella curiosità.
Non è semplice trovare validi riscontri. Ma il parlarne, può sollecitare “studiosi in materia”, che permetterebbero con più concretezza alla scoperta del NOSTRO PASSATO.
lo seguo da tempo, ho trovato notizia di un “esploratore” dilettante come me che sostiene che “a terra” ci sia un altro volto, mia intenzione era andare a vedere prima ch ricrescessero le foglie, ciao
Anch’io ho sentito dire di quest’ipotesi che parlerebbe del terzo volto. Purtroppo, mi ero ripromesso di farci un salto di persona, ma non ci sono ancora riuscito. Se tu Giuseppe lo facessi e me ne dessi riscontro, con un tuo riscontro scritto e fotografico, te ne sarei grato e non esiterei a pubblicarlo. Grazie!
Non ne avevo mai sentito parlare e mi riprometto di approfondire questo argomento. Comunque,come sempre, non siamo capaci di venderci: se altri avessero tesori come questo, ci sarebbe la fila per andarlo a vedere. Con tutto quel che ne consegue.
Ma… saiô guerso ma mi no o veddo!! E con tutte e tecnologie fotografiche de anchœ ? … poscibile no ghe seggian foto mægio de queste? Saiô un complottista? un complottista guerso? Qui gatta ci cova