Dietro una serie di gallerie
finalmente la luce del sole,
tanto viva,
che mi parve abbacinante.
L’aria entrava dai finestrini
a folate, tiepide e profumate.
Non più traccia di neve,
nè di bruma:
il cielo era un cobalto purissimo.
Il treno correva
tra le alte colline
ammantate di vigne,
ancora dorate dalle ultime foglie.
Intravedevo grandi onde turchine
che s’infrangevano allegramente
in bianca schiuma fra gli scogli.
Il treno sferragliava ora,
attraverso un sobborgo interminabile
in cui ogni tanto coglievo
un lampo abbagliante di mare turchese,
e bionde facciate di case assolate
dalle persiane verdi,
adornate con grappoli di mimose.
Poi la corsa rallentò
e voci gridarono: “Genova!, Genova!”
Foto di Leti Gagge.
Che bei versi ! Vorrei averli scritti io.