All’inizio del 1100 Genova si presentava come una roccaforte turrita munita di sessantasei poderosi torrioni. Oggi ne restano, tracce e resti compresi, meno della metà.
Ma non per questo il profilo della Superba risulta meno affascinante. A far compagnia alle torri De Castro (per tutti erroneamente Embriaci) e Maruffo si stagliano su un tappeto di pietra e ardesia il Mirador e gli irriverenti campanili di San Lorenzo e delle Vigne mentre quello di S. Maria in Castello sbircia alzandosi in punta di piedi.
“Sotto l’azzurro fitto del cielo qualche uccello di mare se ne va; né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto “più in là”.
(Eugenio Montale)
La Grande Bellezza…
Foto di Leti Gagge.