Il toponimo della zona delle Vigne rimanda a prima dell’anno Mille quando la contrada era identificata con il nome di Vigne del Re. Queste vigne, dette anche di Susilia, si estendevano inoltre su tutta la collina del Castelletto.
In Vico del Campanile delle Vigne l’ormai millenario campanile in pietra svetta in tutta la sua maestosa eleganza sulla copia del sarcofago del II sec d. C. che raffigura la morte di Fedra. L’originale conservato al museo Diocesano dal 1304 venne utilizzato come tomba di Anselmo D’Incisa.
Anticamente il sito, per via della presenza di un cimitero paleocristiano, era ritenuto magico.
Gli undici archi a tutto sesto tamponati a sinistra nel muro perimetrale del chiostro, potrebbero essere i resti di tombe ad arcosolio del cimitero paleo cristiano, o più probabilmente, tracce di antichi magazzini. In origine la sede stradale era infatti ribassata rispetto a quella attuale.
Proprio per purificare la zona da queste leggende e superstizioni pagane nel 991 sarebbe stata eretta la basilica di S. Maria delle Vigne.
La Grande Bellezza…
In copertina: Scorcio di Vico del Campanile delle Vigne. Foto di Stefano Eloggi.