Tutta la zona contraddistinta dal toponimo delle Vigne ha origine antichissime e presenta continue vestigia medievali.
I nomi dei caruggi rimandano infatti alla vocazione agreste della contrada e omaggiano la millenaria basilica di Santa Maria delle Vigne – per i genovesi- semplicemente le Vigne.
In questo vicolo nel ‘600 aveva sede un’osteria che nel 1702 si trasformò in un teatro popolare.
La struttura interamente di legno contava ben 39 palchetti più un loggione.
Gli spettacoli di dubbia moralità che vi si rappresentavano costrinsero le autorità a numerosi interventi repressivi.
Il teatro, sotto la giurisdizione della nobile famiglia dei Durazzo, si convertì alle rappresentazioni di burattini e di storie sacre fino alla chiusura nei primi anni del ‘800 per motivi di igiene e sicurezza.
Qui ad inizio ‘800 si esibì la Compagnia di Giambattista Sales e Gioacchino Bellone ignari inventori in quel frangente della maschera piemontese Gianduja.
Il nome del loro personaggio principale Gerolamo infatti venne, per non offendere l’omonimo doge (Girolamo Durazzo) cambiato in Giuanin d’la douja (Giovanni della Foglietta) che per contrazione si trasformò in Gianduja.
In Vico Teatro delle Vigne rimane curiosa testimonianza invece di un passato molto più recente in un vecchio cartello di latta inchiodato al muro che avverte:
Contravvenzione £ 1000 e Risarcimento Danni Contro Chiunque non Rispetti i Muri di questi Edifizi Dichiarati Monumenti Nazionali e Contro Chiunque Versi Immondizie o Rifiuti in Questo Transito, Senza Riguardo alla Salute Pubblica e Contro la Moralità… Art. 726-733 Codice Penale.
Banali regole di buona educazione, per altro attuate dalla Repubblica di Genova già in pieno Medioevo, che oggi tra presunti writers e degrado diffuso, sono lettera morta di costante inciviltà.
In Copertina: Vico Teatro delle Vigne con scorcio su Piazza della Lepre. Foto di Giovanni Cogorno.
Anche allora, come oggi ,accadevano certe scempiaggini : nessuna novità. Può dispiacere , ma forse è nella nostra indole italica ,per cui……