Vico San Biagio è un caruggio dimenticato e poco conosciuto che si trova nel quartiere del Molo tra via san Bernardo e Piazza Embriaci.
Prima della sua attribuzione al santo avvenuta nel 1868 il vicolo si chiamava vico dell’Amore ma già da tempo ospitava un oratorio a questi dedicato.
La modifica del toponimo è legata all’intitolazione da parte dei ragusei della cappella della chiesa di Santa Maria di Castello appunto a san Biagio nel 1581.
Costoro, visti i frequenti e proficui rapporti con la nostra città, avevano ottenuto di potervi erigere un altare per la propria comunità.
Biagio era infatti una figura molto amata e venerata dai marinai della Repubblica, odierna Dubrovnik in Croazia, di Ragusa.
Le navi dalmate che approdavano nel porto di Genova destinavano addirittura un obolo di quattro lire per il mantenimento della cappella.
Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della “pax” costantiniana. Avendo costui guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. Da ciò risale il rito della “benedizione della gola”, compiuto con due candele incrociate. Nell’VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte San Biagio.
A proposito dell’associazione santo gola Milano con il panettone e Genova con il pandolce sono legate da un’antica tradizione popolare che prevedeva di tenere da parte il giorno di Natale una fetta del dolce da consumare proprio il 3 febbraio festa di San Biagio, protettore della gola.
Il caruggio, prima della sua intitolazione al vescovo armeno avvenuta nel 1868, si chiamava vico dell’Amore perché pullulava di case di piacere.
Tra la targa del nome del vicolo e la finestra inferriata nell’intonaco scrostato si intravedono brani di antiche pietre e una loggia murata.
La Grande Bellezza…
In Copertina: Vico San Biagio. Foto di Alessandra Illiberi Anna Stella.