Nel quartiere del Molo tra vico di San Cosimo e Vico delle Pietre Preziose si trova vico dei Cavoli.
L’etimolo dell’ombroso caruggio rimanda alla presenza in zona nei tempi che furono di qualche negozio di besagnino.
Cavoli nati dal sudore di Zeus e che secondo Pitagora e Platone per la loro forma raccolta ricordavano le parti anatomiche femminili, simboli della germinazione e della nascita. Da qui la credenza popolare che i bambini nascesssero sotto i cavoli e che il decotto di tale ortaggio fosse consigliato alle partorienti.
Cavoli presenti inoltre in tutte le minestre invernali compreso il minestrone alla genovese, ottimi anche preparati ripieni in zuppa alla maniera delle lattughe ripiene.
Cavolfiori cucinati poi in salsa di pomodoro, nella zuppa, nelle frittelle, in salsa di acciughe o strascinati.
Particolari infine quelli neri a foglia larga arricchiti con la prescinseua.
Gli stessi si possono consumare, ideali come le radici per depurare l’intestino, bolliti con patate e conditi solo con olio e aceto e un pizzico di sale.
In Copertina: Foto di Anna Armenise.