Subito a sinistra di Porta Soprana si imbocca via Ravecca, la direttrice che collega il piano di S. Andrea con Sarzano.
Qui ogni traversa laterale su ambo i lati costituisce spunto per una storiella, un aneddoto, una curiosità.
È il caso ad esempio di Vico Boccadoro il caruggio che raccorda Ravecca con Vico del Fico.
Misteri della toponomastica il vico fino al 1868 si chiamava allo stesso modo del parallelo vico del Dragone.
L’intitolazione Boccadoro fu adottata in relazione al nome dell’omonima famiglia, estinta ad inizio secolo scorso, a cui lo storico Federico Donaver attribuì delle dimore in zona.
Molto più prosaicamente altri sostengono che l’origine del toponimo rimandi alle arti delle signorine che esercitavano la professione più antica del mondo in una qualche casa chiusa del caruggio.
“Narciso si chinò lentamente verso di lui e fece quello che in tanti anni della loro amicizia non aveva mai fatto, sfiorò con le sue labbra i capelli e la fronte di Boccadoro. Questi si accorse di ciò che accadeva, prima con stupore, poi con commozione “Boccadoro”, gli sussurrò all’orecchio, “perdonami di non averlo saputo dire prima”.
Cit . Da “Narciso e Boccadoro” (1930). Hermann Hesse (1877-1962). Poeta Premio Nobel svizzero/tedesco.
In Copertina: Vico Boccadoro. Foto di Stefano Eloggi.
Sempre interessanti.
Io però avrei scritto “… molto più prosaicamente…”.
Ma si tratta solo di una svista.