La paternità del cinquecentesco portale di Palazzo Cattaneo in Piazza Grillo 1 è incerta. Per alcuni sarebbe opera di Antonio della Porta, per altri di Gian Pietro Gagini. Di sicuro si tratta di un capolavoro dalla struttura piuttosto complessa: le paraste sono prive di basamento e partono direttamente da terra interrotte a tre quarti da dei semi capitelli quasi a voler rappresentare la partenza di un secondo portale sovrapposto.
Nella parte di sinistra il motivo a candelabra impreziosito da uccelli esotici è sovrastato da un cesto di frutta e fiori metafora dell’Amor Dei. In cima al semi capitello campeggiano antiche armi (romane). Nella parte di destra predominano invece i decori floreali completati da uno splendido pellicano ad ali spiegate, simbolo dell’Amor proximi. Sopra ancora armi, stavolta moderne (lombarde).
Sull’architrave a sinistra un uomo cavalca un liocorno mentre a destra una donna è in groppa ad un leone. Al centro lo stemma abraso del casato . Sempre a sinistra i decori floreali hanno alla base due delfini (che simboleggiano la salvezza, la pace, la fortuna) cavalcati da aquilotti. A destra invece campeggiano due mostri marini con la testa a forma di fiore che vengono imboccati da pennuti ad ali spiegate.
L’imponente fastigio sovrastante con i due angioletti che reggono il trigramma di Cristo e il coronato monogramma di maria è stato aggiunto nel ‘600.
Sullo sfondo s’intravvede lo spazio, oggi murato e adattato a ripostiglio, dove nel 1622 Bartolomeo Bianco, così riportano gli inventari, aveva inserito un ninfeo con volta a conchiglia e mascherone sul fastigio.