Il quinto è il Re saraceno Abu-Yahya Muhammad che nel 1208 governava l’isola di Maiorca. Da questo avamposto infastidiva i commerci dei catalani che chiesero l’intervento del Re d’Aragona Giacomo I. Le forze spagnole congiunte nel 1230 tornarono così in possesso della città di Palma. Temendo che i Genovesi, visto i precedenti accordi (in passato avevano stipulato con il saraceno favorevoli patti commerciali), avessero interesse ad intervenire in favore di costui, gli spagnoli contattarono Il Papa in persona perché chiedesse loro di mantenersi neutrali. In questo modo le Baleari sarebbero tornate sotto l’influenza cristiana e i Genovesi ne avrebbero tratto comunque beneficio. Infatti Giacomo I, per premiare il mancato intervento delle galee di San Giorgio, concesse nel 1233 ai Genovesi analoghi privilegi commerciali e daziari, nonchè il terreno per la costruzione di un fondaco e la costituzione nelle principali città marittime spagnole di consolati che tutelassero gli interessi della Dominante.
Il sesto è il Principe Enrico d’Aragona, fratello del Re Alfonso d’Aragona e di Giovanni, delle cui vicende ho già raccontato a proposito del Duca di Sessa, catturato anch’egli durante la battaglia di Ponza del 1435. Come il fratello Sovrano sbarcò a Savona e non a Genova ma, probabilmente vista l’incredibile risonanza che ebbero i fatti, Genova volle lo stesso, rappresentandolo, gloriarsene per l’eternità.
Il settimo è Alberto Morosini l’ammiraglio veneziano a cui i Pisani nel 1284 affidarono il comando della loro flotta e il titolo di Podestà nell’epico e decisivo scontro della Meloria. Il valente condottiero dei pisani verrà sconfitto dall’abilità dei due comandanti genovesi, Oberto Spinola e Benedetto Zaccaria che lo condurranno in catene insieme ad altri 9000 prigionieri in quella che, da allora, si chiamerà Campo Pisano. Dopo tredici lunghi anni di prigionia il Morosini farà ritorno nella sua natia Venezia dove trascorrerà il resto dei suoi giorni.
L’ottavo è il Re di Cipro Giacomo I che venne catturato e imprigionato dai nostri avi per dieci lunghi anni. I Genovesi infatti, invitati dagli aragonesi che ne avevano chiesto l’intervento per vendicare la morte di Pietro I, nel 1373 occuparono l’isola. I nobili del luogo elessero Re Giacomo I, figlio del fratello di Pietro I, per contrastare l’ingerenza genovese. Una parte di ciprioti parteggiò invece per l’altro nipote Pietro II. I genovesi, ottenuta Famagosta, portarono a Genova come garanzia Giacomo I. Verrà incarcerato insieme alla moglie nelle segrete della Lanterna dove la sua sposa darà alla luce diversi figli, fra i quali Giano e Ugo, il primo futuro Re, il secondo Arcivescovo venturo di Nicosia. Alla morte di Pietro II, rimasto senza eredi, i ciprioti designeranno Giacomo I suo legittimo successore. I Genovesi, in cambio di un congruo riscatto, della conferma della sovranità su Famagosta e di rinnovati privilegi commerciali, ne acconsentiranno la liberazione.