“Il porto che si addorme, il porto il porto.
Il porto nell’odor tenue svanito. Di catrame vegliato dalle lune Elettriche, sul mare appena vivo. Vi si addormentan stanchi i vagabondi. Sotto le nube delle ciminiere.
Ancor fumanti, ancor congiunte al cielo. Abbracciandosi nell’odor del mare. Che culla i loro sogni e i loro amori”.
Cit. Dino Campana.
La Grande Bellezza…
Foto di autore a me ignoto.
“Ho visto una bellissima strada, la via Aurelia, ed ora sono in una bella città, una vera bella città, Genova.
Cammino sul marmo, tutto è di marmo: scale, balconi, palazzi. I palazzi si toccano tanto sono vicini e, passando dalla strada, si vedono i soffitti patrizi tutti dipinti e dorati. Vado a visitare le chiese, sento cantare suonare l’organo, guardo i monaci, osservo i paramenti sacri, gli altari, le statue; in altri momenti (ma non so bene quali) forse avrei riflettuto di più e guardato di meno.
Invece qui spalanco gli occhi su tutto, ingenuamente, semplicemente, e forse è molto meglio”.
Cit. Gustave Flaubert
La Grande Bellezza…
In copertina: affreschi di Palazzo Negrone Piazza Fontane Marose n. 4.
Foto di Vittorio Morchio.
In primo piano il Ponte Romano costruito per attraversare il torrente Nervi. Si tratta di un classico ponte a schiena d’asino costruito però nel Medioevo probabilmente su fondamenta di epoca romana.
Sullo sfondo si staglia l’imponente edificio di Villa Gnecco, una costruzione caratterizzata, alla maniera delle fortificazioni, da una struttura a angoli rinforzati con corpi angolari avanzati che racchiudono la loggia a tre arcate al centro.
Nella seconda metà dell’Ottocento la villa venne trasformata nella celebre Pensione Bonera, il piu antico albergo di Nervi ancora in attività.
Secondo alcune fonti la villa fu costruita sulle rovine di un antico tempio dedicato a Nettuno. L’edificio risale ai primi anni del Cinquecento ed appartenne ai conti Gnecco Nin di S. Tomaso. Nel 1733 fu oggetto di importanti lavori di ricostruzione che lo trasformarono nelle forme attuali.
Il pionieristico hotel fu tra i primi a promuovere la Nervi turistica e divenne meta prediletta di illustri e facoltosi ospiti provenienti da ogni angolo d’Europa.
All’inizio del ‘900 era frequentato da una cosmopolita comunità di artisti tedeschi, svizzeri, olandesi, russi, inglesi, austriaci e italiani.
La Grande Bellezza.
Foto di Leti Gagge.
Salita alla Spianata di Castelletto conduceva all’omonima zona che in epoca romana era chiamata monte Albano.
Agli albori del X secolo questa contrada disabitata si trovava fuori le mura ed era puntellata da una torre difensiva nominata – appunto – Castelletum.
Fu a partire dal XIII sec. che sulle pendici del monte Albano, nel frattempo inglobato nella cinta muraria, iniziarono a costruirsi le prime case.
Il castello raggiungibile da salita San Gerolamo o da una strada che si dipanava dalla Zecca, iniziò ad ingrandirsi fino a raggiungere nel ‘500 le fattezze di un imponente fortezza con quattro torrioni, cinto da un secondo ordine di mura e torrette minori.
Laggiù in fondo alla discesa il mare, il porto, la Lanterna, Genova.
La Grande Bellezza…
“Genova mia città intera.
Geranio. Polveriera.
Genova di ferro e aria,
mia lavagna, arenaria.
Genova città pulita.
Brezza e luce in salita.
Genova verticale,
vertigine, aria scale”
(Cit. da “Litania” di Giorgio Caproni)
La Grande Bellezza.
Foto di Leti Gagge.
Gli insoliti colori a tinte scure impreziositi dai bagliori delle luci notturne conferiscono alla piazza un aspetto magico.
Sicuramente inusitato e più consono ad una piazza asburgica che mediterranea.
“Io arrivai in una piazza
colma di una cosa sovrana,
una bellissima fontana
e intorno un’allegria pazza”.
(Cit. Carlo Betocchi)
“Se avessi cinquantatre minuti da spendere si disse il piccolo principe “me ne andrei lentamente verso una fontana…”
(Cit. Antoine de Saint-Exupéry)
Foto di Carlo Mione.
La Grande Bellezza…
Proprio come una bella donna, magari un po’ in là con gli anni, ma pur sempre fascinosa, Genova va amata e rispettata a prescindere.
A prescindere dalle sue imperfezioni, ferite, smagliature e cicatrici.
Come quelle, a quasi 80 anni di distanza, lasciate dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale nella zona di Scurreria, una delle più martoriate del centro storico.
In Vico Indoratori ecco dunque un palazzo completamente devastato come se i muri fossero stati fessi dalla lama di un coltello gigante e con il pluviale che ne asseconda, forse per non offendere quel che resta della sottostante edicola votiva, pragmaticamente il profilo.
Non è forse anche questa una malinconica forma di Grande Bellezza?
Per Genova in pittura il ‘600 è sinonimo di Barocco. Lo stile sviluppato sulle orme di Rubens e Van Dyck da un fiorire di grandi artisti locali quali, fra i tanti, Bernardo Strozzi, Domenico Fiasella e Giovanni Battista Gaulli detto Il Baciccio.
In questo contesto, nei primi decenni del secolo, emerge comunque l’opera di un artista toscano la cui opera si rifà invece ai dettami più classici di Caravaggio.
Nella chiesa di S. Siro si può infatti ammirare l’Annunciazione, lo straordinario capolavoro del pisano Orazio Gentileschi.
Sulla tela l’artista imprime il suo stile intimo e sobrio. Ecco
allora, iniziando dai dettagli, il letto disfatto con il lenzuolo stropicciato.
La finestra, con i realistici vetri a losanghe, da cui entra
lo Spirito Santo sottoforma di colomba mentre la luce si abbatte sul muro
evidenziandone una realistica crepa.
Protagonista è l’angelo dipinto con una raffinata gamma di
sfumature che variano dal viola al rosa delle maniche, al giallo della veste
nel suo soffice panneggio, fino alle piume delle ali che sembrano scolpite nel
marmo.
Mentre la Vergine appare in atteggiamento pudico e discreto il profilo dell’angelo esce dall’ombra volgendosi verso la mano in piena luce ad indicare la volontà dello Spirito Santo di cui è esecutore.
La Grande Bellezza…
“Da Voltri a Genova si vedono sempre case, tutto annuncia una grande città. Presto il porto appare e si vede la bella città seduta ai piedi delle montagne. Il faro della Lanterna, come un minareto, dà all’insieme qualche cosa di orientale e si pensa a Costantinopoli”.
Cit Gustave Flaubert.
“Signore di questo porto
vedi mi avvicino anch’io
vele ancora tese
bandiera genovese
sono io”.
Cit. da Passalento di Ivano Fossati.
La Grande Bellezza…
Foto di Mario Nicosia.
“Ho scelto di vivere a Genova da adulto, in un singolare momento di grande libertà e privilegio in cui avrei potuto vivere ovunque nel mondo. Ho scelto questa città non per ragioni di lavoro o familiari o affettive, come capita a moltissime persone, ma per puro piacere, considerando la possibilità di sceglierla come il più grato dei privilegi di cui la fortuna mi aveva favorito. Ho scelto quella che è sempre stata ai miei occhi, più di qualunque altra città del mondo che mi è capitato di conoscere, la città della meraviglia e della bellezza. Dello stupore che non finisce mai. E della complicazione: la città dove non basta mai un solo sguardo, una sola idea, un solo concetto, una sola parola, per contenerla tutta, descriverla senza banalizzarla, decidere se volerle bene o volerle male”.
Cit. Maurizio Maggiani.
La Grande Bellezza…
“Boccadasse e Capo di S. Chiara”.
“Siamo saliti sin quassù (il Righi) a guardare | la città che si stende tra il confine | del mare e le montagne. | È come avvinta | da un suo sogno operoso, di cui giunge | l’indistinto brusio a noi che intenti | ne cerchiamo le strade, i campanili, | le piazze. Grigi tetti ci conducono | al porto irto di gru, ove lente salpano | navi e muovono lievi verso il largo, | con rauco grido […] | le accompagna il cuore”.
Cit. Elio Andriuoli (critico d’arte).
La Grande Bellezza…
“Panorama della città vecchia”. Foto di Leti Gagge.