“Genova. Io mi sono guardato questa città, con le sue ville, i suoi parchi e l’ampio circondario delle sue colline e dei suoi declivi, tutti abitati, per un bel po’; debbo infine dire che vedo volti di stirpi passate, ché questa regione è disseminata di immagini di uomini arditi e sicuri di sé.
Hanno vissuto e voluto continuare a vivere: me lo dicono con le loro case, costruite e abbellite per i secoli, e non per l’ora fugace; amavano la vita, per quanto spesso potessero essere malvagi con se stessi”.
Cit. Nietzsche
Foto di Agnese Barbara Cittadini.
“Genova! La mia città natale – città gloriosa! Volgendo lo sguardo alle onde azzurre del Mediterraneo – non ti ricordi di me nella mia giovinezza, quando le tue scogliere e i promontori, il tuo cielo luminoso e gli allegri vigneti, erano il mio mondo?”
Così annotava l’autrice di “Frankenstein” durante il suo soggiorno in Albaro avvenuto fra il 1822 e il 1823 presso Villa Negrotto.
Cit. Mary Shelley (1797-1851) scrittrice anglosassone.
Foto di Leti Gagge.
“Genova vista dal mare è una delle cose più belle che si possano vedere al mondo.
La città si innalza in fondo al golfo, come se uscisse dai flutti, ai piedi della montagna.
Lungo le due coste che si arrotondano intorno a lei per racchiuderla, proteggerla e accarezzarla, vi sono quindici cittadine, serve e vassalle, che riflettono nell’acqua le case dai colori chiari. A sinistra della loro grande patrona ci sono Cogoleto, Arenzano, Voltri, Pra, Pegli, Sestri Ponente, San Pier d’Arena; a destra, Sturla, Quarto, Quinto, Nervi, Bogliasco, Sori, Recco, Camogli, ultima macchia bianca sulla punta di Portofino, che chiude il golfo a sud est”.
La Grande Bellezza…
In copertina: ripresa aerea della città.
Cit. Guy de Maupassant.
“Genova, al nostro entrarvi, sì e no visibile in un crepuscolo foriero di tempesta, con i lampi che balenavano dietro il Faro e le navi che rollavano paurosamente sull’onda lunga del golfo. Eccomi di nuovo, dopo sette anni, a contemplare da sopra queste balconate di marmo il golfo di Genova, ma con più pena che piacere: molto di entrambi. Vi sono alcune belle imbarcazioni all’ancora in porto (…..) e il cielo è marezzato da linee luminose di frammenti di nuvole, rottami di una tremenda tempesta che mi ha svegliato prima dell’alba, abbattendosi con fragore lungo la stretta via oltre la mia finestra: la pioggia, da quel momento, è caduta a cateratte”.
Cit. John Ruskin (1819 -1900). Scrittore britannico.
Alle spalle della Lanterna incombe minacciosa una tromba marina.
Foto dal web del 7/11/2019
“E tu, Genova, gloriosa te ne stai. Oggi la tua repubblica si adorni di nuovi, vivaci colori, perché, fra i tanti tuoi eroici e intraprendenti capitani, Colombo è fra i migliori.
Ora il mai visto orizzonte degli Indiani d’Occidente, si può ammirare qui, in Spagna, come dalla sommità d’un’alta montagna”.
Cit. Lope de Vega.
La Grande Bellezza…
Foto di Agnese Barbara Cittadini.
“Sul molo, la torre alta e quadrata del faro, detto ‘la Lanterna’, sembra una candela smisurata”.
Cit. Guy de Maupassant.
“Era l’ora felice dell’assalto e del bacio. L’ora dello stupore
che ardeva come un faro”.
Cit. Pablo Neruda.
La Grande Bellezza…
Foto di Lino Cannizzaro.
“Giro per le strade di Genova, è la mia città. Voi gente normale non potete apprezzare cosa si prova ad essere come me, a non aver niente e nello stesso tempo sentirsi padroni”.
Cit. Bruno Lauzi
… pensiero che non è poi molto diverso dai versi del cantore napoletano Pino Daniele quando racconta della sua terra…
“Chi tene ‘o mare
cammina see’a vocca salata
chi tene ‘o mare
‘o sape ca è fesso e cuntento.
Chi tene ‘o mare ‘o ssaje
nun tene niente…”.
La Grande bellezza…
Mareggiata a Boccadasse foto di Leti Gagge.
“Alla fine, esausti per le veglie, fradici e con le occhiaie, giunsero alla bellissima e splendida città di Genova e qui, dopo essere sbarcati nella sua darsena riparata e dopo aver fatto visita ad una chiesa, il capitano e tutta la brigata ripararono in un’osteria dove annebbiarono il ricordo di tutte le burrasche passate con il gaudeamus presente. […] Il buon Tomás ebbe modo di ammirare anche i biondi capelli delle genovesi, l’eleganza e la cortesia degli uomini, l’ammirevole bellezza della città che sembrava avere le case incastonate su per quelle rocce come diamanti nell’oro”.
Cit. Miguel de Cervantes.
La Grande Bellezza…
Le Mura della Marina.
Foto di Leti Gagge.
“Genova, con i suoi colossali bastimenti famosi allora nel mondo intero, con le sue case ammonticchiate che spuntano come candele – l’ho amata e l’amo ancora.
Anche Genova bisogna incontrarla venendo dal mare. Avendo proclamato a gran voce che l’amavo, mi sono visto arrivare lettere, segni di amicizia. Ma anche delle domande: dicevo proprio quello che pensavo? Anche in tempo di maestrale, che cola come una sfilza di rivoletti ghiacciati per strade e stradette, Genova mi incanta. Dalla città alta un breve movimento delle spalle, una svolta ad angolo retto, ed eccovi nella città vecchia, nera, un altro universo, segreto, pieno di odori forti… Siete perduti. Ci si riprende, si torna alla ragione solo al termine del pendio, quando appare il mare.
Questa straordinaria città divorante il mondo è la più grande avventura umana del secolo XVI. Genova sembra allora la città dei miracoli”.
Cit. Fernand Braudel.
La Grande Bellezza…
Foto di Leti Gagge.
Di notte l’incanto di Santa Croce
ti rallenta il respiro,
ti toglie la voce.
Alla luce dei lampioni le ombre tetre
ammantano il crepuscolo del fascino
di quelle millenarie pietre.
Dall’edicola della chiesa scomparsa
per volere del “piccolo caporale” corso
e della sua farsa,
protegge e osserva San Giovanni
la piazza da quasi trecento anni.
L’anima intanto cerca pace
e mentre intorno tutto tace
dal volto sgorga inspieganile il pianto
se Santa Croce intona il suo canto.
Ma ora lascio la parola ai poeti… quelli veri!
“Aprimmo la finestra al cielo notturno. Gli uomini come spettri vaganti : vagavano come gli spettri: e la città (le vie le chiese le piazze) si componeva in un sogno cadenzato, come per una melodia invisibile scaturita da quel vagare. Non era dunque il mondo abitato da dolci spettri e nella notte non era il sogno ridesto nelle potenze sue trionfale? Qual ponte, muti chiedemmo, qual ponte abbiamo noi gettato sull’infinito, che tutto ci appare ombra di eternità? A quale sogno levammo la nostalgia della nostra bellezza? La luna sorgeva nella sua vecchia vestaglia dietro la chiesa bizantina”.
Cit. Dino Campana.
La Grande Bellezza…
Foto di Leti Gagge.