In Via del Campo all’angolo con Vico superiore di santa Sabina si incontra l’edicola della Madonna della Misericordia datata XVII – XVII sec.
Si tratta di una struttura a tempietto in stucco policromo in cui la nicchia è delimitata da lesene con motivi floreali e da una impattante trabeazione sporgente ad arco tondo. Il grande cartiglio vuoto è decorato con riccioli, frutti e fiori.
La statua originale della Vergine è stata sostituita con un fedele calco della stessa.
Peccato per l’irrispettoso sovrastante groviglio di cavi che denota scarsa attenzione al patrimonio artistico cittadino.
All’incrocio fra Via San Luca e Vico Orti di Banchi si trova una settecentesca edicola di particolare rilevanza perché attribuita al noto scultore Niccolò Traverso.
Nel medaglione marmoreo inserito in una scenografica raggiera l’autore celebra un episodio della vita di San Vincenzo Ferreri mentre viene omaggiato da alcuni miracolati.
Vincent Ferrer era un predicatore domenicano originario di Valencia che nel ‘300 soggiornò a lungo a Genova e fu ospite nel convento di San Domenico sito un tempo nell’odierna Piazza De Ferrari.
La statua della Vergine, una copia dell’originale rubato, è ricoverata all’interno di un tempietto semicircolare in stucco con copertura a cupola e poggia su un grande basamento a forma di catino.
In Salita Pollaiuoli nello slargo antistante il civ. 18r. si trova l’edicola del sec. XVIII – XIX della Madonna dell’Immacolata Concezione. La statua della Vergine, una copia dell’originale rubato, è ricoverata all’interno di un tempietto semicircolare in stucco con copertura a cupola e poggia su un grande basamento a forma di catino.
Secondo l’Alizeri la composizione primitiva prevedeva anche alcune teste di cherubino che spuntavano fra decorazioni di riccioli è motivi floreali, oggi scomparsi. Inoltre, a fianco dell’edicola, si trovava anche un dipinto, delimitato da un’elegante cornice, del quale non si conosce il soggetto.
Non si tratta di un’edicola come tante bensì di una dolcissima Madonna con Bambino realizzata nientepopodimeno che da Domenico Piola
Imboccando Via Romana della Castagna a Quarto lungo il suggestivo tragitto percorso dal Vescovo di Guadalajara Alfonso Pecha e da Santa Brigida diretti verso Roma capita di imbattersi in un portone adornato da un bellissimo murale.
Non si tratta di un’edicola come tante bensì di una dolcissima Madonna con Bambino realizzata nientepopodimeno che da Domenico Piola. In cima al tondo che racchiude il dipinto, protetto da una teca in vetro, un cartiglio con il monogramma di Maria.
Il toponimo della fava greca trae origine da un tipo di pianta presente in un giardino in cima alla salita davanti all’archivolto che conduceva all’antico portello delle mura medievali.
In Salita della Fava Greca all’angolo con Vico Coccagna si trova l’edicola della Madonna della Concezione. Il toponimo della fava greca trae origine da un tipo di pianta presente in un giardino in cima alla salita davanti all’archivolto che conduceva all’antico portello delle mura medievali.
Non si è certi del significato ma si ipotizza che con il termine fava greca si identificasse una diffusa tipologia di legume orientale simile alla cicerchia molto usato, a quel tempo, nelle zuppe.
Il Marchese e scrittore Gaspare Invrea, meglio noto con lo pseudonimo di Remigio Zena, in un suo romanzo intitolato “Bocca di Lupo” del 1892 trasse ispirazione da questo pittoresco caruggio tramutandone fantasiosamente il nome in Piazzetta della Pece Greca.
All’angolo con Vico della Coccagna si staglia l’imponente edicola del XVII – XVII sec. della Madonna della Concezione
Sotto la grande mensola spuntano due teste di cherubini mentre una decorazione plastica in passato probabilmente conteneva un’epigrafe. Due angeli, di cui uno danneggiato poiché decapitato, poggiano sull’arco della nicchia. Ai lati motivi floreali e decori vari abbelliscono la scena.
Purtroppo, come spesso riscontrato in altri casi, la statua originale della Vergine è stata rubata e sostituita con una più recente Madonna col Bambino protetta da una grata in ferro.
In Via del Molo nel cortile della canonica di San Marco al Molo si trova l’edicola della Madonna col Bambino e il Battista con un pastorello. Fra i vari decori in intarsi e marmi policromi della scena piuttosto elaborata si notano un falce per mietere il grano, dei cherubini alati e il monogramma di Maria.
Come ci ricorda il piccolo cartiglio posto sotto il tabernacolo l’edicola fu salvata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale dai lavoratori portuali del silos granario:
“I Lavoratori / del Silos Granario/ ed / I Cappellani del Lavoro / nel 50° di fondazione / 1943 – 1993.
L’edicola era infatti un tempo posta nel silos granario di Ponte Parodi.
In Via San Lorenzo sul lato di Vico San Gottardo incastonata su un pilastro in pietra una edicola a cornice quadrangolare che contiene una Madonna con Bambino di recente fattura
In Via San Lorenzo sul lato di Vico San Gottardo incastonata su un pilastro in pietra una edicola a cornice quadrangolare che contiene una Madonna con Bambino di recente fattura. Il dipinto originale realizzato su ardesia è andato infatti purtroppo perduto.
La nuova immagine risulta comunque gradevole grazie al piacevole accostamento delle vesti rosse porpora di Gesù con quelle blu turchese della Vergine. I due protagonisti trasmettono, a mio parere, un senso di grande intimità.
La base in ardesia è sorretta da mensole in ferro battuto. Nel secolo scorso la cornice era arricchita con tralci di foglie anch’esse in ferro battuto che sono stati rubati.
In Via Mascherona in fronte a Vico Alabardieri è presente una nicchia vuota della quale non si hanno notizie e non è dato sapere nemmeno quale statua, se di santi o Madonne, contenesse. Alla base è murata una palla di cannone anch’essa incerta provenienza. Secondo alcuni sarebbe un regalo del bombardamento del generale La Marmora nel 1849. Altri invece ritengono si tratti di un ordigno inglese sparato durante l’assedio del 1800.
Sicuramente scenografica la sua collocazione in cima alla salita della creuza.
Al civ. 37r. di Sottoripa si può ammirare la settecentesca Madonna del Rosario, un’edicola in marmo con medaglione ovale dipinto su lastra di ardesia. I colori della Vergine che regge in braccio il bambino sono ancora discretamente conservati. Tre delle quattro teste di cherubini alati che ornavano la cornice sono state rubate un paio di decenni fa. Ne rimane solo una a triste presidio.
Nei pressi di Salita Santa Caterina ci si imbatte nella graziosa Piazza della Rovere intitolata all’omonima illustre famiglia che diede alla Repubblica un doge, Francesco Maria nel biennio 1765 – 1767 e al mondo due Papi: il cardinale Francesco, passato alla storia con il nome di (dal 1471 al 1484) Sisto IV e il cardinal Giuliano, (dal 1501 al 1513) con quello di Giulio II.
Qui, al civ. n. 1, s’incontra la secentesca edicola della Madonna della Misericordia. Contrariamente alla maggior parte delle edicole del tempo, sfarzose espressioni del Barocchetto genovese, questa si fa notare per la sua fattura semplice ed elegante. Il tempietto squadrato in marmi policromi infatti raccoglie la statuetta della Vergine in una poco profonda nicchia a volta senza fronzoli.