Nella zona di Prè, imboccando Vico Inferiore del Roso ci si imbatte in un curioso bassorilievo che rappresenta, fra due scudi abrasi, un monaco inginocchiato con al fianco un pugnale, di fronte a Sant’Antonio, raffigurato vicino ad un grufulante suino.
Il monaco armato simboleggia le lotte sostenute dall’Ordine per erigere e mantenere il loro monastero presente proprio davanti al bassorilievo.
Nulla ha a che fare il toponimo della contrada con l’accostamento ai forni dei panificatori ma piuttosto è riconducibile alla famiglia Fornetti, accorpata poi all’albergo dei Giustiniani, che aveva qui le proprie dimore.
Nello stretto caruggio si può ammirare un piccolo settecentesco medaglione che ritrae la Madonna Immacolata mentre porta amorevolmente le mani al cuore.
L’edicola che gravava nel più completo degrado è stata almeno recentemente ripulita.
In quella che un tempo, prima di essere intitolata alla famiglia del celebre pittore, era nota come Piazza dei Dolori l’edicola della contrada non poteva che essere intitolata alla Madonna Addolorata.
Tale edicola plasmata nello stucco e dipinta appunto con una Madonna Addolorata fu infatti posta in sostituzione di quella originaria di cui non si ha più notizia.
Purtroppo, senza offesa per l’autore, l’operazione non ha avuto il risultato sperato ed anzi risulta piuttosto “goffa e dozzinale”.
Nella zona di San Nicolosio al civ. n. 5 di Piazzetta dietro i Forni si trova una settecentesca monumentale edicola in stucco. Al suo interno è ricoverato una copia dell’affresco della Madonna col Bambino. L’originale è stato preso in carico, a scopo precauzionale, dalla Curia.
Il grande fastigio con due teste di cherubini alati che spuntano fra riccioli e trecce di fiori poggia su lesene decorate anch’esse con ghirlande di fiori.
Purtroppo il cartiglio affisso sotto la grande mensola risulta illeggibile.
Nel dipinto è raffigurata la Vergine affiancata con il Bambino in piedi. Sullo sfondo due angeli mostrano le diciture: Radix Iesse e Ave Maria.
In Canneto il Lungo all’altezza del civ. n. 13 incastonata nel timpano spezzato del portale si trova la settecentesca edicola della Madonna dell’Immacolata Concezione.
Si tratta di un elegante medaglione marmoreo con rappresentata in rilievo la Vergine. Un piccolo capolavoro in cui le vesti della protagonista sono mosse dal vento mentre dal mantello spunta un angioletto.
La Madonna con il piede schiaccia l’insidioso serpente mentre sullo sfondo tre angioletti sulle nuvole osservano la scena.
L’ovale abbellito da riccioli e ghirlande floreali è sormontato dalla Corona regale.
Sotto il medaglione recita l’epigrafe:
Ipsa Conteret Caput Tuum / Gen . Cap.3.
Al civ. n. 3 di Piazza Sauli si trova la lussuosa dimora di Antonio Sauli edificata nel tardo ‘500 su presistenti pertinenza della famiglia dei Leccavela.
Prestigioso è il portale di scuola lombarda attribuito al maestro Gaspare della Scala.
Le paraste sono scolpite a candelabra mentre sotto i capitelli campeggiano due splendidi Grifoni purtroppo abrasi.
Sul trave sono rappresentate tre coppie di angioletti che reggono corone di fiori. Di queste, due presentano stemmi abrasi mentre nella terza è riconoscibile il trigramma di Cristo.
Trigramma di Cristo riportato anche sull’elegante fastigio a riccioli con scudo e corona unito al monogramma di Maria disegnato fra ghirlande e fiori.
Al civ. n. 7 si può ammirare il secentesco portale del Palazzo Leccavela.
La struttura è molto semplice con arco marmoreo a tutto sesto e mascherone e lunetta in ferro.
Sull’arco è inciso il motto:
Omne Genv / Flectatvr.
All’interno della raggiera posta sopra al motto è raffigurato il trigramma di Cristo con testine di cherubini e due angeli alati ai lati.
All’angolo fra Vico Cartai e Piazza Banchi si trova una secentesca edicola con protagonista la Madonna.
All’interno del piccolo tempio classico di marmi policromi la Vergine è protetta da una pesante grata. Si tratta, come spesso accade, di una copia poiché l’originale è andato perduto.
Al centro del timpano curvo e spezzato una conchiglia con ai lati due pinnacoli.
Alla base l’epigrafe recita:
Anno 1613 Fvndatvm / Benefactorù Elemosynis Renovatvm /MDCLXX.
Renovatvm Anno MCMXVII.
Eretta nel 1613 e restaurata nel 1917.
Nei pressi di Piazza San Cosimo subito all’angolo con l’archivolto di Vico dietro il Coro di S. Cosimo si nota una cinquecentesca lapide marmorea che raffigura due angeli che sorreggono al centro il clipeo con il volto di un santo del quale è ignota l’identità.
In Via della Maddalena sull’abside dell’omonima chiesa è incastonata la settecentesca edicola di San Giovanni Battista. Talmente maestosa che gli storici dell’arte ipotizzano essere la parte superiore di un altare traslocato qui da qualche altro edificio religioso sconsacrato o demolito.
Protagonista è la statua del santo attorniata dalle Due Marie. Al centro del timpano spezzato la Madonna del Loreto con ai lati due putti in adorazione.