In Via Ravecca all’altezza del civ. n. 3 è possibile notare una minuscola nicchia priva di cornice con tettuccio in stucco e base in ardesia al cui interno è ricoverata una Madonna col Bambinello anch’essa in stucco.
Sul trave del portalino l’epigrafe: “Visitavit et Fecit”.
All’angolo fra Via Prè e Vico Marinelle si nota l’appariscente edicola della Madonna della Misericordia.
Il piccolo tempio realizzato nel 1816 in stile barocchetto genovese rappresenta la classica scena, all’interno di una nicchia in stucco a forma di grotta, dell’apparizione della Vergine al Beato Botta.
Tutto intorno spuntano putti e cherubini alati. In cima la crociera con lo Spirito Santo irradia i suoi salvifici raggi.
Purtroppo, nonostante il restauro di qualche lustro fa, l’edicola versa in condizioni critiche e necessiterebbe di nuovo intervento.
La statua della Madonna Immacolata in Salita del prione 26 ricoverata all’interno di un elegante tempietto di stile classico si segnala per la ricchezza della sua simbologia religiosa:
Nel timpano spezzato, fra nuvole e cherubini, è raffigurato il Padre Eterno mentre allarga le braccia ad indicare la sottostante statua della Vergine.
La Madonna invece con le mani giunte in preghiera poggia su un nembo di fiumi da cui spunta la testa animale del demonio mentre due angioletti svolazzanti sorreggono la corona della Regina della Città.
Sorveglia il tutto un cherubino che regge il cartiglio con l’epigrafe:
“Fons Vivvs” / Pvteis Esto.
L’edicola è autentica ma la statua esposta è un calco dell’originale custodita presso il Museo di Sant’Agostino.
Il toponimo di Vico delle Vele sito nell’antico quartiere del Molo rimanda al luogo dove avevano sede i laboratori degli artigiani velai.
Qui, accanto alle scalette che conducono al caruggio, si trova una piccola e moderna edicola di scarso valore artistico.
Il piccolo tempio è privo di decori e abbellito solo da due colorati mazzolini di fiori. La statua è protetta da una grata a riccioli.
Interessante tuttavia è l’epigrafe incisa sul cartiglio che ne ricorda sia la distruzione che la ricostruzione:
” Aedam Hano Bellico / Furore Deletam / Clerus Popolusque / S. Marci / Reposuerunt”
In data 1 Nov. (…) Anno Sancto. L’anno risulta non leggibile.
E sotto. sopra un rilievo marmoreo , si legge ancora:
“Mater Misericordiae / Protege Nos / A. D. MDCCCLXXV (1875) – MCMVII (1908).
Anticamente Via delle Grazie conduceva all’omonimo santuario teatro delle preghiere dedicate a marinai e naviganti.
Al civ. 48r del caruggio sul cinquecentesco portale in pietra nera di Promontorio risalta un bassorilievo del XVII sec.
Il fastigio in pietra e marmo sul quale è ritratta la commovente Pietà risulta purtroppo male intonacato e trascurato.
Il toponimo di Canneto il Lungo trae origine dai cannicci che costeggiavano il fossato che dal colle di S. Andrea degradava fino al mare.
Quello di Via Chiabrera – invece – dal nome del celebre poeta savonese Gabriello vissuto a cavallo tra cinque e seicento. (1552 – 1638).
All’angolo tra i due caruggi, si trova un’edicola votiva, abbastanza recente e di modesta fattura.
All’interno di una lineare cornice marmorea decorata con due semplici teste di cherubini è infatti conservato un dipinto della Madonna della Misericordia.
La Vergine è ritratta nella classica rappresentazione del mantello aperto pronta ad accogliere e proteggere tutti i fedeli inginocchiati davanti a lei.
In Salita del Prione al civ. 17r è possibile scorgere un piccolo medaglione tondo di datazione incerta realizzato in pietra nera di Promontorio.
All’interno di una ricca ghirlanda floreale la Madonna regge il Bambino.
Sul fondo in rilievo è scolpito un motivo a raggiera.
Piazza e Via di Santa Croce rappresentano, a mio modesto avviso, uno degli angoli più suggestivi del centro storico. Un luogo ricco di antichissime e spesso – ahimè – trascurate testimonianze.
Ad esempio al civ. n. 8 della via è questo il caso dello strepitoso medaglione in pietra nera di Promontorio del XV sec. che raffigura una sobria quanto delicata Madonna col Bambino.
La Piazza De Marini deve il nome all’omonima illustre famiglia iscritta agli Alberghi che annoverò fra le sue fila conti, arcivescovi, marchesi, senatori, Dogi e cardinali.
Qui, timida, al civ. n. 4 spunta un piccolo tondo marmoreo cinquecentesco di Madonna col Bambino.
Alla base sono incise le lettere I D.
Questa edicola passa purtroppo spesso inosservata eppure si tratta di un vero e proprio capolavoro sia artistico che storico.
Storico perché la Madonnetta con Bambino tardo gotica realizzata nei primi decenni del ‘300 è una delle più antiche in assoluto della città.
Artistico perché, nella sua scarna essenzialità è un paradigmatico e raro esempio di stile gotico.
Per via della sua postura, che rivela una particolare intimità fra i due regali interlocutori, è detta del Buon Consiglio.
Nella mano destra la Vergine porta un oggetto di non chiara identificazione che molti studiosi dell’arte ritengono essere un cuore.
Data l’importanza dell’opera nella piazza è esposto un calco. L’originale, opera di uno scultore lombardo chiamato “Maestro di Giano” è al sicuro presso il Museo di S. Agostino.