Essere beato a Genova

Strada Nuova, odierna Via Garibaldi, un tempo Via Aurea:

“Quando attraversai Strada Balbi e Strada Nuova, quelle strade tutte palagi, arrestando con istupore lo sguardo sul lusso d’architettura che si estendea per ogni parte d’intorno a me; e quando su l’imbrunire del giorno mi trovai passeggiando fra una bella e giuliva calca di gente che andava a diporto lungo i viali cui fa ombra un curvilineo filare di alberi su la piazza dell’Acqua Verde, o fra i colonnati e i terrazzi de’ maestosi giardini Doria, io pensai ch’uomo non potesse altrove, fuorché in Genova, esser beato”.

Cit. Washington Irvin. Scrittore americano (1783 – 1859).

La Grande Bellezza…

Foto di Leti Gagge.

Genova come una fiaba

“Non lontano da Genova, sulla cima dell’Appennino, si vede già il mare. Fra i verdi cocuzzoli delle montagne compaiono i flutti azzurri, e le navi che si scorgono qua e là sembrano voler salire sui monti a vele spiegate. Se però si gode questa vista al crepuscolo, quando gli ultimi raggi di sole iniziano il loro mirabile gioco con le prime ombre della sera e tutti i colori e tutte le forme si intrecciano nebulosamente, allora par d’essere veramente in una fiaba, la carrozza scende stridendo, le immagini più dolci e sonnecchianti nell’anima vengono bruscamente scosse e tornano ad appisolarsi, e infine si sogna d’essere a Genova”.

Cit. Heinrich Heine poeta tedesco (1797-1856).

La Grande Bellezza…

Foto di Agnese Barbara Cittadini.

La vetrina di un gioielliere.

“S’è fatto tardi. È già buio. Ne approfitterò per godermi ancora una volta – anche se sa un po’ troppo di cartolina illustrata – l’imparagonabile spettacolo della Genova notturna.
Dalle bianche lune delle navi […] o dalle gialle fiamme della zona industriale, è tutto un rincorrersi e un salire di lunghe file di luci: linee oblique, linee orizzontali, linee verticali, tutte da dar l’impressione d’una vetrina di gioielliere in pieno scintillamento. O, se vogliamo un’immagine meno logora, di un firmamento rovesciatosi sulla terra e sul mare.”

Cit. Giorgio Caproni.

La Grande Bellezza…

Foto di Leti Gagge.

In Piazza delle Erbe

“Non è nei vasti campi o nei grandi giardini che vedo giungere la primavera. È nei rari alberi di una piccola piazza della città. Lì il verde spicca come un dono ed è allegro come una dolce tristezza”


Cit. Fernando Pessoa

La Grande Bellezza…

Foto di Leti Gagge.

Il Porto che si addorme…

“Il porto che si addorme, il porto il porto.

Il porto nell’odor tenue svanito. Di catrame vegliato dalle lune Elettriche, sul mare appena vivo. Vi si addormentan stanchi i vagabondi. Sotto le nube delle ciminiere.

Ancor fumanti, ancor congiunte al cielo. Abbracciandosi nell’odor del mare. Che culla i loro sogni e i loro amori”.

Cit. Dino Campana.

La Grande Bellezza…

Foto di autore a me ignoto.

Palazzi di luce

Ho visto una bellissima strada, la via Aurelia, ed ora sono in una bella città, una vera bella città, Genova.

 Cammino sul marmo, tutto è di marmo: scale, balconi, palazzi. I palazzi si toccano tanto sono vicini e, passando dalla strada, si vedono i soffitti patrizi tutti dipinti e dorati. Vado a visitare le chiese, sento cantare suonare l’organo, guardo i monaci, osservo i paramenti sacri, gli altari, le statue; in altri momenti (ma non so bene quali) forse avrei riflettuto di più e guardato di meno.

Invece qui spalanco gli occhi su tutto, ingenuamente, semplicemente, e forse è molto meglio”.

Cit. Gustave Flaubert

La Grande Bellezza…

In copertina: affreschi di Palazzo Negrone Piazza Fontane Marose n. 4.

Foto di Vittorio Morchio.

Salita alla Spianata di Castelletto

Salita alla Spianata di Castelletto conduceva all’omonima zona che in epoca romana era chiamata monte Albano.

Agli albori del X secolo questa contrada disabitata si trovava fuori le mura ed era puntellata da una torre difensiva nominata – appunto – Castelletum.

Fu a partire dal XIII sec. che sulle pendici del monte Albano, nel frattempo inglobato nella cinta muraria, iniziarono a costruirsi le prime case.

Il castello raggiungibile da salita San Gerolamo o da una strada che si dipanava dalla Zecca, iniziò ad ingrandirsi fino a raggiungere nel ‘500 le fattezze di un imponente fortezza con quattro torrioni, cinto da un secondo ordine di mura e torrette minori.

Laggiù in fondo alla discesa il mare, il porto, la Lanterna, Genova.

La Grande Bellezza…

“Genova mia città intera.
Geranio. Polveriera.
Genova di ferro e aria,
mia lavagna, arenaria.
Genova città pulita.
Brezza e luce in salita.
Genova verticale,
vertigine, aria scale”


(Cit. da “Litania” di Giorgio Caproni)

La Grande Bellezza.

Foto di Leti Gagge.

Passalento

“Da Voltri a Genova si vedono sempre case, tutto annuncia una grande città. Presto il porto appare e si vede la bella città seduta ai piedi delle montagne. Il faro della Lanterna, come un minareto, dà all’insieme qualche cosa di orientale e si pensa a Costantinopoli”.

Cit Gustave Flaubert.

“Signore di questo porto

vedi mi avvicino anch’io

vele ancora tese

bandiera genovese

sono io”.

Cit. da Passalento di Ivano Fossati.

La Grande Bellezza…

Foto di Mario Nicosia.

“La città della meraviglia e della bellezza”…

“Ho scelto di vivere a Genova da adulto, in un singolare momento di grande libertà e privilegio in cui avrei potuto vivere ovunque nel mondo. Ho scelto questa città non per ragioni di lavoro o familiari o affettive, come capita a moltissime persone, ma per puro piacere, considerando la possibilità di sceglierla come il più grato dei privilegi di cui la fortuna mi aveva favorito. Ho scelto quella che è sempre stata ai miei occhi, più di qualunque altra città del mondo che mi è capitato di conoscere, la città della meraviglia e della bellezza. Dello stupore che non finisce mai. E della complicazione: la città dove non basta mai un solo sguardo, una sola idea, un solo concetto, una sola parola, per contenerla tutta, descriverla senza banalizzarla, decidere se volerle bene o volerle male”.

Cit. Maurizio Maggiani.

La Grande Bellezza…

“Boccadasse e Capo di S. Chiara”.

“Dove le porta il cuore”…

“Siamo saliti sin quassù (il Righi) a guardare | la città che si stende tra il confine | del mare e le montagne. | È come avvinta | da un suo sogno operoso, di cui giunge | l’indistinto brusio a noi che intenti | ne cerchiamo le strade, i campanili, | le piazze. Grigi tetti ci conducono | al porto irto di gru, ove lente salpano | navi e muovono lievi verso il largo, | con rauco grido […] | le accompagna il cuore”.

Cit. Elio Andriuoli (critico d’arte).

La Grande Bellezza…

“Panorama della città vecchia”. Foto di Leti Gagge.