Quando al centro della Rotonda di Piazzale san Francesco d’Assisi venne eretta la colossale statua di Costanzo, padre di Galeazzo, Ciano.
Il 20 novembre 1941 il monumento venne inaugurato alla presenza delle maggiori autorità fasciste per omaggiare l’eroe, insieme a D’Annunzio, della celebre “Beffa di Buccari”e con esso tutti i combattenti del mare.
Posto a vegliare ed impreziosire l’imbocco del porto come una sorta di nostrana statua della libertà, perché fosse visibile ai naviganti…
una libertà, quella sì preziosa, che circa tre anni e mezzo dopo, Genova avrebbe riconquistato con il sangue dei suoi figli.
Molto interessante, non ne ho mai sentito parlare. E’ stato ovviamente rimosso, ma dove lo hanno messo in deposito ?
Che io sappia, caduto il Regime, abbattuto e distrutto.
Dopo essere stata dimenticata in qualche magazzino del porto, negli anni ’60 questa statua(o verosimilmente una parte di essa) è stata recuperata dall’allora parroco della chiesa di san Giacomo di Molassana, don Cambiaso, e fatta modificare in un busto di Papa Giovanni XXIII.
Ancora oggi, a partire dal 1967, tale busto si trova nel piazzale pensile della suddetta chiesa.
Grazie per l’informazione.
Dov’è piazzale Dassisi?
In Carignano, in fondo a Via Corsica, lato mare.
Riciclato come statua della Madonna a Tortona.
Di Tortona non so. Sei sicuro? A me risulta che sia stato utilizzato per un busto di Papa Giovanni XXIII nel cortile della chiesa di San Giacomo a Genova Molassana.
Nel suo diario 1937 1943 Galeazzo ne parla con orgoglio.
….avesse immaginato che fine avrebbe fatto……
W internet
Si, è proprio vero che il busto di papa Giovanni, sul piazzale della chiesa di san giacomo a Molassana, è stato ottenuto dalla rielaborazione di parte del monumento di Galeazzo Ciano. Ottimo riutilizzo. Ciò mi è stato detto da don Cambiaso (uno di tre fratelli tutti sacerdoti) oltre 50 anni fa.
Curiosità priva di ogni malignità: don Cambiaso possedeva, nei fondi sotto alla chiesa, la più bella cantina privata che io abbia mai visto e che, a suo dire, il cardinal Siri si “degnava” di visitare in occasione delle sue visite pastorali.