Nell’anno del Signore 711 Prospero Arcivescovo di Tarragona con il suo seguito fu costretto a fuggire dalla sua terra d’origine a causa dell’invasione araba che stava interessando tutta la regione.
L’alto prelato spagnolo portò con sé le ceneri di quello che era stato il primo Vescovo della sua città: San Fruttuoso.
Secondo la tradizione infatti, un angelo guidò i fuggiaschi fino a Camogli, in Liguria, ove trovarono riparo in un’insenatura; la grotta, nascosta dalla vegetazione e ricca d’acqua grazie alla presenza di una sorgente, fu scelta quale dimora dalla piccola comunità che vi edificò una chiesuola.
Prospero morì alcuni anni dopo proprio a Camogli, secondo la leggenda esattamente nel luogo ove nel XIX secolo fu edificato il grande monastero a lui dedicato.
I resti dell’antica chiesetta sarebbero stati individuati nella piccola località di Chiesa Vecchia, sulle alture del borgo ligure.
Nella basilica dell’Assunta è invece conservato uno strepitoso reliquiario cinquecentesco che ospitava le ceneri del santo.
Nelle varie cappelle della chiesa sono custodite numerose opere d’arte. Meritano menzione fra le altre; il Crocifisso con i santi Prospero e Caterina d’Alessandria e la pala d’altare raffigurante la scena della celebre Pesca miracolosa con San Pietro e San Fortunato (sopra le reliquie del santo), entrambe di Bernardo Castello; la pala con la Vergine col Bambino, Santa Caterina e San Giovanni, di Domenico Fiasella; le statue dei santi Pietro e Paolo di Francesco Schiaffino.
Ma nella penombra dell’altare intitolato a San Prospero colpisce la purpurea quinta della teca che fa da sfondo ad un capolavoro di alta oreficeria. Si tratta appunto del prezioso reliquiario argenteo realizzato nel 1514 dal maestro orafo di Albenga Domenico De Ferrari per accogliere i resti del santo.
Ciao Vittorio, complimenti per il post, mi interessa il riferimento alla “Chiesa vecchia”, ricordo che nell’opuscolo [di circa 40 anni fa] della Chiesa fra San Rocco e punta Chiappa (scusa non ricordo il nome), si parlava di una località detta appunto “chiesa vecchia” ma l’autore scrisse che non c’erano resti… Si tratta di ritrovamenti successivi ?
Ciao Giuseppe, questo racconto lo scrissi una decina di anni fa. Ricordo solo che trovai la notizia in un libercolo sfogliato alla Berio in cui si affermava che i resti erano stati individuati in alcuni brani dei muri perimetrali. Altro non mi sovviene.