Quando la zona si chiamava così per essere stata scavata a più riprese con lo scopo di fornire materiale per la costruzione del Molo Vecchio e delle mura versante mare… quando, ricavatone un enorme spiazzo, veniva utilizzata per eseguire le sentenze capitali emesse nella chiesa di San Giacomo, detta degli Impiccati… quando, nel ‘800, venne adibita a cimitero di smaltimento per le cicliche vittime di colera e dotata di una agguerrita batteria di cannoni come deterrente per i nemici…
quando nel 1849 da queste stesse postazioni i ribelli contro l’oppressore sabaudo spararono contro i piemontesi asserragliati presso le batterie di San Teodoro e della Lanterna… quando, poco dopo, divenne cimitero per Ebrei e Protestanti e, con la costruzione della moderna Circonvallazione a mare e del Poggio della Giovine Italia, popolare stabilimento balneare… quando i suoi scogli fungevano da appoggio ai piloni dell’avveniristica Telfer costruita per l’Esposizione Internazionale del 1914… quando la sopraelevata non aveva ancora, per facilitare i nostri spostamenti, cancellato quel tratto di costa che proseguiva fino alla Foce con i bagni e le batterie della Stella e della Strega…
La Cava. Quanti ricordi, verso la fine degli anni ’50 e primi anni ’60, quando abitavo in via del Molo, vi andavo a fare i bagni. Andando a scuola, frequentavo il nautico nella succursale alla Foce, la vedevo da via Aurelio Saffi, con il piccolo cantiere di demolizione, dove alla fine degli anni ’50, ho visto demolire una piccola nave che mi ha incuriosito, sembrava proprio l’Artiglio, famosa nave recuperi.
Anno estinzione della cava.