Il celebre scrittore francese capitò a Genova nel 1837 ospite del Marchese Di Negro nella sua splendida omonima villa, cenacolo di arte e cultura. Balzac rimase talmente colpito da quell’ambiente raffinato ed erudito da immortalare i personaggi di quel salotto nel suo “Honorine” in cui l’autore descrisse una sorta di simposio platonico alla tavola del Marchese apostrofato “questo fratello ospitale di tutti i talenti in viaggio”. La protagonista Onorina Pedrotti, da cui il titolo del romanzo, venne definita “una di quelle belle genovesi, le creature più splendide d’Italia, quando sono belle”.
Ma se è vero che non è oro tutto quel che luccica in alcune sue lettere ad amici il romanziere avrebbe descritto Genova “di una noia mortale, simile ad una galera” e l’amicizia con il nobile genovese solo un rapporto di facciata.
Infatti il Marchese, fervido patriota, avrebbe mal digerito le irriverenti critiche di Balzac al suo Paese e avrebbe punzecchiato l’illustre ospite, sfidandolo incautamente sul piano letterario.
Nonostante ciò l’animo del poeta francese si rivelò in tutto il suo stupito splendore e non seppe resistere all’intimo bisogno di descrivere così la Superba:
“Se la mezzanotte è bella da qualche parte lo è sicuramente a Genova, quando la pioggia è caduta come vi cade lì, a torrenti, per tutta la mattina; quando la purezza del mare lotta con la purezza del cielo…
… quando le stelle brillano, quando le onde del Mediterraneo si seguono come le confidenze di una donna”.
carino quando Balzac scrive creature splendide le belle genovesi, quando sono belle