S. Maria delle Vigne…

"Volta affrescata della navata centrale".
“Volta affrescata della navata centrale”.

Fin dal al V sec. d. C. si ha notizia di una minuscola cappella intitolata, in zona, alla Madonna. Ma fu solo poco prima dell’anno mille che il visconte di Carmandino concesse l’edificazione nella sua proprietà “in Vineis” (presso le vigne, la zona era adibita infatti a vigneto) fuori le mura, di una vera e propria chiesa intitolata a Maria. Nacque così la parrocchia di S. Maria delle Vigne la più antica sede del culto mariano in città, originariamente costruita in forme gotiche con pietra di taglio, restaurata ed ingrandita nel ‘500 su progetto del Vannone. La facciata attuale invece risale al 1841 ad opera del Cremona.

"Campanile delle Vigne".
“Campanile delle Vigne”.

“Le Vigne” come familiarmente chiamata dai genovesi presenta già all’esterno numerose sorprese: in primis lo splendido campanile romanico del XII sec. perfettamente conservato poi, sul fianco destro, un portale quattrocentesco con le statue coeve di S. Lorenzo (oggi al Museo Diocesano) del Gaggini e di S. Giorgio del Rodari (rubata e mai recuperata) sovrastate da un Padre eterno benedicente con nella lunetta sottostante, l’affresco della Madonna con bambino e San Giovannino di Domenico Piola.

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in Vico del Campanile delle Vigne sul lato sinistro si notano degli archi. Secondo alcuni resti di tombe paleocristiane, secondo altri tracce di magazzini medievali. Foto di Leti Gagge.

 

"Tomba in arcosolio di Anselmo d'Incisa". Quella esposta all'esterno è un fedele calco, l'originale è conservato nel Museo Diocesano.
“Tomba in arcosolio di Anselmo d’Incisa”. Quella esposta all’esterno è un fedele calco, l’originale è conservato nel Museo Diocesano.

Sempre all’esterno, percorrendo il Vico del Campanile delle Vigne si incontrano degli archetti che farebbero pensare a qualche antica cantina o magazzino, trattasi invece più probabilmente di antichi resti di tombe di un cimitero paleocristiano. Poco più avanti, sotto l’arco del campanile, ci si imbatte poi in uno strepitoso sarcofago del II sec. d.C. raffigurante la morte di Fedra. Nel 1304 venne utilizzato per conservare le spoglie mortali di Anselmo d’Incisa, astronomo, alchimista e medico personale di Papa Bonifacio VIII e di Filippo il Bello, re di Francia.

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“Il Chiostro” foto di Leti Gagge

Proprio di fronte, concepito su due piani con doppio ordine di colonne, ecco il chiostro protetto dall’immancabile S. Giorgio ricco di antiche lapidi che ne raccontano la lunga storia (costruito nel 1025). Una di queste racconta la visita nel 1815 di Papa Pio VII, un’altra più curiosa, ricorda come in questo luogo sia stata fondata la prima comunità scoutistica cattolica italiana nel 1913 ad opera di Mario Mazza e del dottor James Spensley (fondatore anche del CFC Genoa).

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“S. Giorgio che uccide il drago”. Foto di Leti Gagge

All’interno numerose sono le opere d’arte che meriterebbero menzione; artisti come il Piola, Il Maragliano, Domenico Parodi, Gregorio De Ferrari, il Mazone, Filippo Parodi, Giovanni Andrea e Taddeo Carlone, Lazzaro Tavarone

"Madonna trecentesca del senese Taddeo di Bartolo".
“Madonna trecentesca del senese Taddeo di Bartolo”.
"Targa commemorativa della fondazione dello scoutismo".
“Targa commemorativa della fondazione dello scoutismo”.

“Tomba in arcosolio di Anselmo d’Incisa”. Quella esposta all’esterno è un fedele calco, l’originale è conservato nel Museo Diocesano.

e molti altri ancora, impossibile citarli tutti ma, fra tutte, quella che più rimane nel cuore è la meravigliosa Madonna trecentesca di Taddeo di Bartolo. Qui è sepolto anche il musicista Stradella assassinato nel 1682 per affari di cuore davanti a S. Pietro in Banchi.

Papa Pio VII vi celebrò messa per tre mesi, Giacomo della Chiesa, futuro Papa Benedetto XV, vi venne battezzato nel 1854. Forse anche per questi motivi S. Maria delle Vigne beneficia di alcuni singolari privilegi: ancora oggi al suo prevosto è riconosciuto il titolo di “prelato d’onore di Sua Santità” e Papa Giovanni Paolo II l’ha elevata nel 1983 al rango di Basilica minore inoltre, a differenza di quasi tutti gli altri luoghi di culto cittadini, come attestato da apposita iscrizione, non gode di immunità.

In Copertina: La Madonna delle Vigne. Sull’altare maggiore, ultimo lavoro di Giacomo Antonio Ponsonelli (1730) su disegno di Pierre Puget, è posta una statua della Madonna, sorretta da figure d’angeli.

3 pensieri riguardo “S. Maria delle Vigne…”

  1. Questa basilica minore, mi affascina da sempre. Per diversi anni è stata anche la mia parrocchia e ancora oggi se passo da Campetto, devo per forza andarci. Credo su tratti di una specie di “Sindrome di Sthendal”: m’ incanto davanti a tanta bellezza.

  2. Tante volte sono stata alle Vigne specialmente negli anni passati quando si girava di più nei carruggi,ma non ho mai approfondito tutte le informazioni e le opere d’arte che ci hai raccontato. Ci tornerò dopo aver riletto con molta attenzione quanto hai scritto.

  3. Grazie per queste storie affascinanti che con tanto attaccamento alla città di Genova ci metti a conoscenza.

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