“Genova, aria senza uccelli, mare senza pesci, monti senza legna, uomini senza onore e donne senza pudore.”
Questo proverbio viene erroneamente attribuito a Dante, in realtà è molto più recente e di origine meno nobile.
Il primo che ne dà notizia è lo scrittore russo Sylvester Scedrin che, nel 1829, lo annota fra i suoi appunti affermando di averlo sentito recitare da marinai del posto.
Qualche anno più tardi nel 1837, nelle sue “Memorie di un turista” Stendhal sosterrà di aver fatto proprie queste parole riprendendole da Montesquieu.
Non è chiaro se viaggiatori inglesi, prima ancora di russi e francesi, abbiano udito questo detto dai naviganti genovesi o viceversa.
In ogni caso questo proverbio da lungo tempo fotografa l’asprezza dell’ambiente nostrano.
Questo proverbio viene erroneamente attribuito a Dante, in realtà è molto più recente e di origine meno nobile.
Il primo che ne dà notizia è lo scrittore russo Sylvester Scedrin che, nel 1829, lo annota fra i suoi appunti affermando di averlo sentito recitare da marinai del posto.
Qualche anno più tardi nel 1837, nelle sue “Memorie di un turista” Stendhal sosterrà di aver fatto proprie queste parole riprendendole da Montesquieu.
Non è chiaro se viaggiatori inglesi, prima ancora di russi e francesi, abbiano udito questo detto dai naviganti genovesi o viceversa.
In ogni caso questo proverbio da lungo tempo fotografa l’asprezza dell’ambiente nostrano.
Dudinka ! Vc se esmerou Na pesquisa ! Pois eu tive conhecimento da frase proferida por aquele famoso poeta italiano fascista cujo nome me foge no momento, que proferiu a frase dentro de um navio, com destino a Buenos Aires, ancorado no Porto do Rio onde fez escala, quando se recusou a descer para ser entrevistado pela imprensa, tendo proferido a frase se referindo ao Brasil, o que criou um tremendo problema diplomático a época!
Il proverbio è molto più antico. Io l’ho trovato in De Brosses, scritto in italiano, nella cronaca del viaggio del 1739.
Il proverbio è in realtà ancora più antico, sia di quanto viene detto in questo post, sia nel commento sovrastante. L’ho infatti letto nell'”An itinerary” (1607) di Fynes Moryson, che nel dicembre 1594 transitò per Genova. Così lo riporta, testualmente:
“Montagne senza legni, Mar’ senza pesci, huomini senza fede, donne senza vergogna, Mori bianchi, Genoa superba.”
Questo vuol dire che il proverbio era ben diffuso almeno già dal rinascimento, tanto da farlo giungere all’orecchio dello scrittore (il quale potrebbe averlo effettivamente sentito o averlo letto da pubblicazioni precedenti).
Moryson dà pure una veloce spiegazione alla questione degli uomini senza fede e alle donne senza vergogna (anche se probabilmente non è del tutto corretta):
“In tutta onestà, si dice che i mercanti non siano vincolati da ciò che viene scritto, che facciano poco caso a rompere le loro promesse, e che la libertà delle donne francesi le faccia giudicare dagli italiani come senza vergogna, e come Firenze è chiamata leggiadra per i suoi edifici, per questo penso Genova sia detta la superba.”