Percorrendo via e salita di Mascherona, nonostante i bombardamenti della seconda guerra mondiale che hanno devastato la contrada, si ha ancora la suggestiva sensazione di essere in pieno Medioevo.
La creuza mista di pietre e mattoni rossi, le tracce di cornici e di archetti dei palazzi dalle tinte pastello o a bande bianco nere con i tetti in ardesia conferiscono al luogo un indubbio fascino.
Incerta è l’origine del toponimo che pare derivi da una forma dialettale arcaica con la quale si delimitava questa zona in pendenza dalla collina di Castello alla chiavica. Quest’ultima scorreva a valle in corrispondenza dell’attuale via dei Giustiniani.
La salita costeggia il Conservatorio di Musica ricavato in quello che un tempo era l’antico monastero di N.S. delle Grazie e a fianco l’edificio che nell’ottocento ospitò il Liceo D’Oria.
Salita Mascherona era nota anche perché vi si trovavano un paio di frequentati teatri: il Edmondo Rossoni all’interno di un oratorio dismesso e, al civ. n. 9, il più celebre Podestà, noto anche come Teatro del Popolo, in voga fino al 1922.
In copertina: via di Mascherona. Foto di Leti Gagge.