Alla confluenza con via Chiabrera si trova, in Canneto il Lungo al civ. n. 17, il palazzo Gio Andrea Cicala, poi Donghi.
Si tratta di una secentesca residenza nobiliare ascritta al terzo bussolotto, quello meno prestigioso dei Rolli.
Rappresenta, a mio parere, un classico esempio delle inaspettate bellezze che si possono scoprire dietro ad un, apparentemente anonimo, portone.
Sul modesto portale campeggia l’aquila, lo stemma nobiliare del casato e sul trave è inciso il motto “Mora non Reqvies”.
Sbirciando al suo interno si scorge, in un piccolo atrio con colonne doriche e soffitti a volta, un ingombrante cancello in ferro battuto.
A fianco dello scalone, una seconda imponente cancellata protegge un ninfeo.
La grotta è concepita con conchiglie, pietre, stalattiti e stalagmiti e alla base presenta una grande vasca marmorea.
Sul grande arco sovrastante un sapiente mosaico disegna due animali araldici, uno stemma incoronato ed un mascherone.
La Grande Bellezza…
In copertina: portone di palazzo Donghi Cicala. Foto di Giovanni Caciagli.