Edicola di San Giovanni Battista e fontana dei Cannoni

In Via del Molo 54r si trova la secentesca edicola di San Giovanni Battista nota per la sua singolare collocazione.

Il tabernacolo infatti che custodisce nella sua profonda nicchia la statua del santo è inserito dentro alla fontana detta dei “Cannoni del Molo”, una delle stazioni terminali dell’acquedotto storico.

A tale cisterna risalente al 1634 erano collegati i tubi, un tempo chiamati “cannoni” che distribuivano l’acqua alle fontane pubbliche.

I cannoni, a differenza dei più evoluti bronzini dotati di valvola, erano forniti solo di tappi costruiti in marmo o ceramica, o ferro.

Proprio accanto al piccolo tempio si notano due listelle di marmo incastinate nelle pietre con numerazione araba e romana. Sotto s’intuisce la bocca marmorea, oggi occlusa, di uno di questi cannoni.

L’edicola in stucco si presenta nella canonica conformazione a tempietto classico con colonne ioniche in marmo.

La scultura protetta invece da una elaborata grata in ferro battuto risulta purtroppo poco visibile.

Ai lati sono incise due coccarde con cartiglio a forma di scudo abrasi.

Alla base la celebre epigrafe:

“Moles Esto / et Mollias /

MDCXXXIII.

Storia di un Palazzo… di infermi…

di prigionieri… di carità.

Oggi sede della Facoltà di Scienze Politiche, ubicato in posizione collinare, sorge il monumentale edificio eretto nel 1652 e terminato, nella versione attuale, nel 1835. I lavori non appena deliberati vennero subito interrotti a causa della piaga della peste che nel 1657 falcidiò gli abitanti della città. Le loro salme, circa diecimila cadaveri, furono sepolte nelle fondamenta del complesso.
Noto ai genovesi come L’Albergo dei Poveri perché costruito su donazione del Marchese Brignole per dare ospizio agli indigenti, offriva circa milleottocento posti letto anche se, durante la guerra savoina del 1672 e l’insurrezione antiaustriaca del 1746, accolse fino a quattromila prigionieri.
Al suo interno una chiesa e una quadreria di tutto rispetto con opere del De Ferrari, del Piola e di artisti di scuola fiamminga. Realizzazione dello Schiaffino è l’altare, del  marsigliese Puget, la statua dell’Assunta, i più affermati artisti del loro tempo.

"Madonna Assunta del Puget e sottostante altare dello Schiaffino".
Madonna Assunta del Puget e sottostante altare dello Schiaffino”.

 

Durante il nefasto bombardamento del 1684 ad opera del Re Sole, ospitò il Doge e il Senato che avevano abbandonato il Palazzo Ducale per mettersi in salvo portando seco il tesoro e le Ceneri del Battista, oggi custoditi nella cripta della Cattedrale di S. Lorenzo il primo e nella Cappella di S. Giovanni, le seconde.
In facciata lo stemma cittadino la corona regale e i Grifoni che reggono lo Scudo di S. Giorgio. Andato purtroppo perso, deteriorato dal tempo, il sovrastante secentesco affresco del G. B. Carlone.